RUGIADA DEL CIELO
La Rugiada del Cielo è la benedizione del Signore che scende sui figli di Dio. Nell’universo le acque emanano gratuitamente i vapori che si trasformano in nubi sotto l’azione del sole. Le nubi si condensano in pioggia per irrorare la terra. La terra riconduce al mare per mezzo dei ruscelli, torrenti e fiumi l’acqua ricevuta. E’ la Legge universale vissuta. La Rugiada del Cielo, nel cuore dei discepoli di Cristo, è la vera benedizione.
Felice l’uomo che ascolta la Parola di Dio e che la mette in pratica.


AFFETTUOSO INVITO.
Le amorevoli compassioni dell’Eterno possono essere apprezzate al loro giusto valore unicamente da un cuore interamente consacrato a Dio, capace di vibrare sotto l’influsso dell’amore divino. La Rugiada del Cielo si palesa e cade sulle parti vitali, là dove la vita si manifesta. Questa vita è il frutto della luce e dell’amore che ogni discepolo di Cristo deve produrre. I nostri cuori hanno bisogno ogni mattina di una di queste gocce di rugiada. Che questa rugiada si manifesti in abbondanza e che brilli in tutta la sua trasparenza; si tratta di altrettante pietre di diaspro che devono riflettere la luce divina ed allontanare completamente dai nostri cuori ogni preoccupazione ed ogni malcontento. La Rugiada del Cielo produce nel cuore di ciascuno la trasformazione necessaria. Essa fa apparire i fiori radiosi nella primavera eterna, della gioia e della felicità. E’ il Regno di Dio, che il Piccolo Gregge deve trasmettere agli esseri umani. E’ la Nuova Gerusalemme, la città del Dio vivente, che fa scorrere copiosa la benedizione. Nessuno si privi dunque della Rugiada quotidiana che l’Eterno ci elargisce per mezzo della sua Parola.


Dov’è nato il Re dei Giudei? Perché abbiamo visto la sua stella. (Matt. 2:2)
La stella del mattino che deve sorgere nel cuore di ogni vero discepolo di Cristo, è un segno della grazia divina e dell’approvazione del nostro Padre celeste. I Magi venuti dall’Oriente non possedevano, come gli Ebrei, la Parola divina, tuttavia cercavano la salvezza. Essi sapevano che il Messia sarebbe nato in seno alla nazione ebraica. L’Eterno li aveva avvertiti nel deserto e che appariva al popolo, di giorno, come una colonna di nubi, e di notte, come una colonna di fuoco. Era il messaggero che preparava il cammino del Signore e che scortava fedelmente i Magi d’Oriente fino al luogo in cui era nato il Signore. La testimonianza della buona novella della nascita del Signore era stata data pure ai pastori. L’Eterno si è sempre scelto dei testimoni che hanno glorificato e santificato il Nome del Dio d’Israele. I Magi ebbero la gioia di portare i loro doni al Figlio di Dio. Come discepoli di Cristo, nel cuore dei quali appare la stella del mattino, dopo che la lampada profetica (2° Pie. 1:19) ci ha illuminati, anche noi vogliamo offrirgli i nostri omaggi, la nostra adorazione e le nostre azioni di grazie. La gioia e la felicità del Piccolo Gregge, in questo primo giorno dell’anno, sono grandi. I consacrati del Signore si rallegrano di poter lodare l’Eterno, che ha fatto grandi cose, e che ha inviato il diletto Figlio come il dono più prezioso e più glorioso del suo amore e della sua compassione. Il Piccolo Gregge deve apparire come il tempio del tabernacolo della testimonianza nell’assemblea. Ognuno apporta omaggio, adorazione ed azioni di grazie al suo Maestro, dicendo: <<Tu sei degno, Agnello di Dio, di ricevere onore, lode, gloria e adorazione>>. Questo primo giorno dell’anno ricordi a tutti l’impegno che abbiamo contratto con il Signore basato sul sacrificio o sulla Legge, affinché i nostri pensieri, le nostre parole e le nostre azioni si concentrino in questo cammino ineffabile, di gloria e di benedizione.
Quando Egli ha fatto uscire le sue pecorelle cammina innanzi ad esse, e le pecorelle lo seguono, perché conoscono la usa voce. (Giov. 10:4)
Ci possiamo domandare come è stato possibile al buon Pastore camminare davanti alle sue pecorelle durante tutta l’età evangelica; tuttavia è stato possibile, come afferma la Parola divina. Il Signore Gesù è il nostro modello, Egli ci precede sempre. L’avversario, Satana, che è il dio di questo mondo, dirige tutta l’umanità; abbaglia, ma la sua luce è tenebre, perché questa luce è egoismo e non amore, che è la vera luce. Se distinguiamo la voce del buon Pastore, possiamo ascoltarla, ma ciò è possibile solo con la rinuncia a noi stessi. Il giorno in cui non vogliamo più rinunciare, lo spirito di Dio si ritira, e non siamo più nella condizione di un discepolo di Cristo. Dio guida il suo popolo, lo benedice meravigliosamente giorno dopo giorno e, constatando ciò, la nostra fede progredisce. La fiducia è una delle basi essenziali della fede, è una parte dell’amore, mentre la sfiducia fa parte dell’odio. Il Signore ci dice che nessun ricco entrerà nel Regno dei cieli. E’ necessario dunque avere fiducia e rinunciare alle ricchezze, oppure rinunciare ad essere un discepolo di Cristo. E’questo il primo passo. Il secondo passo consiste nel consacrarsi interamente all’Eterno, rinunciare alla propria volontà per seguire interamente all’Eterno, rinunciare alla propria volontà per seguire un cammino completamente diverso; prendere su di sé le ingiustizie altrui; pregare per i colpevoli, di caricarci delle loro colpe e accettiamo di pagare per i colpevoli, di caricarci delle loro colpe e delle loro cattiverie, il Signore stesso si addosserà i nostri peccati.


Il nostro caro Salvatore ci purifica ogni giorno per mezzo della fede, affinché il nostro sacrificio divenga vivo, santo e gradito a Dio. In tal modo mostreremo tutto altro spirito: lo spirito di Dio. Non ci lamenteremo più, e se qualcuno ci fa del male, lo perdoneremo. Ci uniamo così all’opera del diletto Salvatore. Seguendo fedelmente questo cammino, il Signore ci accorda in misura sempre maggiore il suo spirito che ci illumina meravigliosamente e ci apre nuovi orizzonti. La gioia aumenterà nel nostro cuore, nella realizzazione del cambiamento dei nostri sentimenti a somiglianza del carattere glorioso del nostro Signore Gesù. Lo spirito di gloria verrà su noi, se seguiamo il cammino del caro Salvatore. Al Signore non è mai mancato nulla, ed ai suoi discepoli neppure; Egli ci ha mostrato ciò che significa camminare per fede; perciò siamo felici di seguirlo, sia come membri dell’Esercito dell’Eterno.


Sia tolta da voi ogni amarezza, cruccio, ira, clamore, parola offensiva, ed ogni malignità. Efe. 4:31.
L’Eterno desidera far brillare la sua luce nelle tenebre, nella valle dell’ombra della morte. La Parola divina diviene così come un raggio luminoso, nella speranza grandiosa della misericordia e della grazia divina. Gli uomini si dibattono nelle mani dell’avversario, che li sospinge in un camino che conduce alla morte, perché Satana ha il potere della morte (Ebr. 2:14). Quando la luce divina illumina gli uomini, dà loro la speranza, senza peraltro mutare il loro cuore da un giorno all’altro. I consacrati del Signore, anch’essi appartenenti alla progenie decaduta di Adamo, hanno contratto al servizio del loro ex-maestro, il diavolo, abitudini detestabili; le più terribili sono prevalse e prevalgono tuttora, e sono l’orgoglio e l’ingratitudine. Il raggio luminoso che giunge ad illuminare questi << cadaveri viventi >>, come è detto in Ezechiele al capitolo 37, illumina gli uomini di grazia divina e di benedizione che il Signore ha riservato loro. Attualmente sono pochi quelli che hanno ricevuto questa grazia; è piccolo il numero di coloro che desiderano cercare l’umiltà con tutto il cuore, ed essere riconoscenti della luce ricevuta, che è una misericordia insperata da parte del Creatore. Colui che si consacra a Dio, fa voto di morire quanto alla carne, per risuscitare quanto allo spirito. Tutti i consacrati sono nelle mani di Dio, che li affida al grande Maestro, il nostro Signore Gesù. L’istruzione viene impartita per mezzo delle prove. Se la prova e colui che ne è lo strumento, cosciente o no, toccano un punto sensibile del vecchio uomo, e se questo ultimo non è tenuto a freno, o se è ancora molto vivo, la prova genera nel cuore di chi l’ha ricevuta, amarezza, odio, rimostranze, calunnie, cattiverie, ed in ultimo la collera. L’apostolo ci dice nel nostro testo di fare scomparire queste cose che sono in mezzo a noi. Come fare? L’essenziale è di essere retti, onesti, senza ipocrisia; riconoscere di che cosa siamo fatti; andare con tutte le nostre debolezze dinanzi al Padre per mezzo del nostro Signore Gesù, ed esporgli il nostro rammarico, non contro i nostri fratelli e sorelle, ma contro noi stessi, umiliandoci e chiedendogli grazia e soccorso.
Quanto abbiamo da imparare per essere sinceri, per sbarazzarci di ogni ipocrisia! Sopportiamo dunque le prove, che svilupperanno in noi la dolcezza, la pazienza e la benevolenza.
Comportatevi come figlioli di luce… Esaminate ciò che è gradito al Signore. Efe. 5:8,10.
CAMMINARE nella luce, significa procedere nell’angusto cammino che conduce alla vita.
Quando il discepolo di Cristo inizia camminare nella luce, si accorge che il cammino è angusto.
Il cammino è soprattutto considerato stretto per quelli che non hanno ancora una certa abitudine di camminare nella via che conduce alla vita ed all’immortalità. Lungo l’angusto cammino si trovano ogni generi di ostacoli e di scorciatoie per distrarre i discepoli di Cristo; questi ostacoli e queste vie traverse sono le vecchie abitudini che funzionano come vie aperte, e che c’invitano a percorrerle.
Il cammino angusto è luminoso; il Signore vi fa brillare una luce talmente intensa, che attraversa tutti i corpi opachi, come fanno i raggi X. Questa luce è data dal nostro gran Dio, che apre il cammino, e dal nostro Signore Gesù, che lo chiede. Se restiamo fedeli in questo cammino come figli di luce, per effetto di tale fedeltà saremo resi trasparenti. Le scritture ci parlano dell’oro trasparente come il cristallo; è questo il materiale che servirà ad erigere il nuovo tempio della nuova Gerusalemme. Colui che percorre l’angusto cammino, lungo questa via luminosa riceverà tutte le benedizioni. Egli consoliderà la sua vocazione e la sua elezione e si trasformerà di giorno in giorno a somiglianza di Colui che lo guida. Isaia dice: <<Allora la tua luce sorgerà come l’aurora e la tua guarigione germoglierà prontamente; la giustizia camminerà davanti a te, e la gloria dell’Eterno ti accompagnerà. La tua luce si leverà sull’oscurità e le tue tenebre saranno come il mezzogiorno.
L’Eterno sarà sempre la tua guida. Egli sazierà la tua anima e rinvigorirà le tue membra>>.
Queste parole indicano che, coloro i quali camminano nella via angusta e luminosa, giungeranno sicuramente alla salvezza, anche l’antica creatura si fonderà, si discioglierà con la luce e col calore che emanano dalla presenza dell’Eterno e del suo Unto, il nostro Signore Gesù.
La meta proposta a tutti i discepoli di Cristo è di divenire trasparenti come cristallo. I raggi X s’incaricano di attraversare tutte le parti del vecchio uomo, di scandagliarlo e di distruggerlo.
Qualche volta l’operazione è molto dolorosa.

L’apostolo Pietro ci dice; <<Fratelli miei, non vi stupite della fornace che è in mezzo a voi >>. La trasformazione deve continuare finché saremo giunti alla somiglianza del Figlio prediletto di Dio; alla trasparenza assoluta dell’altruismo completo.
Ingiuriati, benediciamo; perseguitati, sopportiamo. 1 Cor. 4:12.
L’apostolo Paolo ha dichiarato: << Siate miei imitatori, come io sono di Cristo >>. Lo stesso insegnamento è stato dato dal caro Salvatore che ha affermato: << Benedite quelli che vi perseguitano, fate del bene a coloro che vi odiano e vi maledicono, affinché siate detti figli dell’Altissimo >>. Se dunque vogliamo essere figli di Dio, dobbiamo seguire la via del nostro caro Salvatore, per realizzare nel cuore il programma divino. Seguire il caro Salvatore significa scegliere il cammino che conduce alla gloria ed all’immortalità, un cammino assolutamente esente da ogni egoismo. Il discepolo di Cristo paga per il colpevole; perciò egli benedice coloro che lo maledicono.


Tutto è rimesso nelle mani del nostro Padre celeste che provvede continuamente ad ogni cosa. Coloro che seguono questo cammino, non debbono avere preoccupazioni personali per la loro vita quotidiana; il Signore stesso s’incarica di questo, poiché Egli conosce ciò che è utile al suo discepolo. Occorre avere una fiducia illimitata nelle vie del Signore.
Il Signore Gesù è per noi l’unico Modello. L’apostolo Paolo è stato pure un modello, ma il varo modello resta sempre il caro Salvatore. Egli è il nostro amico supremo, il nostro Consigliere che ci incoraggia; tutta la sua vita è viva dinanzi a noi e per mezzo della fede possiamo realizzare tutto ciò che Egli ci ha mostrato con i suoi insegnamenti. Il servizio del Signore non è obbligatorio, è libero.


Nessuno è costretto a ricevere le ingiurie, ad essere perseguitato, ma se seguiamo le orme del caro Salvatore parteciperemo anche alle persecuzioni del Cristo.
È stato detto del Signore che era un demoniaco, un ladro, un malfattore; lo si è umiliato in ogni modo; lo stesso è per i suoi discepoli, poiché al discepolo basta essere trattato come il suo Maestro.
L’avversario, Satana, desidererebbe che facessimo il lavoro del Signore con trascuratezza.
Le sue astuzie per sedurci sono inaudite. Egli usa le persecuzioni, le ingiurie, e le attrazioni della carne. Guai a chi lo ascolta! Quando siamo ingiuriati non rischiamo nulla, in quanto ci troviamo sulla buona via. Abbiamo l’occasione di pregare per quelli che ci ingiuriano, facendo nobilmente notare loro il cammino che seguono. Chi è al riparo dell’Altissimo, è protetto dalla peste e dalla sua strage. Quando siamo ingiuriati, è proprio il momento in cui siamo più sicuri, se benediciamo i nostri persecutori; ma se siamo nel dubbio, nel torpore, allora vi è pericolo.
Ho sempre posto l’Eterno davanti agli occhi; poiché Egli è alla mia destra, non sarò mai smosso.
Salmo 16:8. GLI uomini in generale sono molto indaffarati; in questi ultimi anni le loro preoccupazioni sono raddoppiate, se le paragoniamo ad altri tempi. È visibile una caccia a ogni vantaggio terrestre, il che talvolta si nota pure in quelli che si dicono figli di Dio.


Il salmista ci mostra nel nostro testo una classe di persone attratte da una via completamente diversa. Questa via è sconosciuta agli uomini in generale, ed il sentiero è visibile unicamente a quelli che cercano la vera felicità. Tale sentiero è detto l’angusto cammino che conduce alla vita, e nel quale l’Eterno ci garantisce costantemente la sua presenza ed il suo aiuto. Per accedere a questo cammino, bisogna passare dalla porta delle pecorelle. Il Signore Gesù è lui stesso la porta delle pecorelle. Il cammino è luminoso per chi è fedele al suo impegno. Per restare in questo cammino, bisogna rinunciare a se stessi, in quanto lo spazio è esiguo e tutti i passi sono segnati. Lo stesso Signore Gesù è l’autore di quelle norme. Quanto più si avvicina alla meta, tanto più il cammino diviene stretto, per cui si rende necessario che coloro che vi si sono inoltrati diminuiscano sempre più secondo la carne. Costa sacrifici, ma la gioia della comunione con il Padre, di avere alla nostra destra l’Eterno, è così grande che nessuno sforzo è eccessivo. Avere l’Eterno alla nostra destra è un immenso favore. La nostra intera consacrazione e la nostra completa sottomissione alla sua Parola ci porteranno a tale risultato. I nostri occhi saranno aperti dalla fede e dallo spirito di Dio, e l’immagine gloriosa e confortante del carattere dell’Eterno ci permetterà di dare una testimonianza in onore ed a gloria del suo Nome, per incoraggiare quelli che ci sono vicino. Questa visione fu chiara per Stefano, quando diede la sua grande testimonianza davanti al Sinedrio. Egli non vacillò, e rispose con piena sicurezza. E’ scritto di lui:

“Stefano, pieno del santo spirito, fissando lo sguardo verso il cielo, vide la gloria di Dio, e Gesù in piedi alla destra del Padre. Egli disse: Ecco, vedo i cieli aperti ed il Figlio dell’uomo in piedi alla destra di Dio” (Atti 7:55,56). Dio ci conceda di avere una chiara visione sia della sua preziosa Persona che del suo Figlio diletto, affinché possiamo vivere in sicurezza quando gli uomini ci chiederanno conto della nostra fede e quando ci maltrattamento, per poter dire: “Signore, non imputare loro questo peccato” (Atti 7:60).
Chiunque ama è nato da Dio. (1° Giov. 4:7).


L’amore del Padre è il più prezioso che esiste nell’universo. Un atto d’amore ha dato nascita all’unico Generato, il nostro caro Salvatore. E’ ancora un atto d’amore che ha dettato alla Provvidenza la creazione degli angeli, degli arcangeli, dell’uomo e di tutto ciò che esiste sulla terra. Le diverse prove sono pure atti d’amore, poiché Dio le permette affinché le sue creature possano essere in grado di accettare la prova per dimostrare un carattere degno e mantenersi nell’amore di Dio, obbedendo alla Legge universale. L’uomo è caduto nel peccato, come pure una parte della creazione angelica. L’amore di Dio non si esaurisce perché il tesoro della sapienza divina possiede la misericordia, parte importante dell’amore di Dio. La misericordia ha avuto un ruolo fondamentale nel piano di Dio, in quanto essa ha trionfato sul giudizio. Iddio ha provveduto ad un riscatto. Il suo cuore traboccante d’amore lo aveva incluso nel libro suggellato (Apo. 5:2).

Così il prediletto Figlio di Dio a pagare tale riscatto per tutti gli esseri decaduti. Per mezzo della grazia divina, il Signore desidera insegnarci il linguaggio della Casa paterna, e ci propone, giustificandoci con i meriti di Cristo mediante la fede, di mantenerci nel suo amore, seguendo la via che il nostro Signore Gesù ha percorso: il cammino del sacrificio, nel dono di se stessi per amore del prossimo, affinché questi ne riceva una benedizione. Tale è l’amore che il Signore ha proposto a tutti i membri del corpo di Cristo: dare la loro vita per i fratelli. Il modo razionale di mantenersi nell’amore di Dio, consiste nel rinnovare continuamente il sacrificio sull’altare, perché il nostro sacrificio è un atto d’amore, ed è l’espressione dell’amore divino. Quale gioia mantenerci nell’amore di Dio e perseverare in questo cammino, che è l’espressione della grazia divina! In tal modo possiamo pure desiderare le prove nell’amore di Dio.

In tal modo imiteremo il Signore Gesù, e seguiremo gli insegnamenti dell’apostolo Paolo (1° Cor. 4:12) che ci dice: Ingiuriati, benediciamo; perseguitati, sopportiamo; calunniati, parliamo con bontà”. Ci manteniamo nell’amore di Dio quando rendiamo il bene per il male. In tal modo siamo figli del nostro Padre che è nei cieli. Egli, non solo si mantiene nell’amore, ma è totalmente amore. Cerchiamo dunque ciò che è conveniente e gradito al nostro buon Padre Celeste; in tale modo ci manteniamo completamente nell’amore di Dio.
Come un cervo anela le correnti d’acqua, così l’anima mia aspira a Te, o Dio! La mia anima è assettata di Dio, dell’Iddio vivente. (Salmo 42:1,2).
GLI uomini in genere sono accecati a tal punto da scegliere le cose cattive, prendendole per buone.
Essi rifiutano le cose buone, prendendole per cattive, perché sono preda del delirio e del logoramento. Malgrado questo stato allarmante, vi è nel cuore degli uomini un desiderio che, in taluni, è inesprimibile, e rimane inespresso, perché essi non conoscono la potenza di Dio, che si manifesta a tutti quelli che ricevono il meraviglioso appello e la salvezza data mediante la grazia, in Gesù Cristo. Il salmista parla in modo commovente del cervo che anela le acque correnti per dissetare il suo corpo ansante, perseguitato dai cacciatori in mezzo ad ogni genere di tranelli e di pericoli, obbligato a nascondersi continuamente. Come anela il cervo nella sua corsa le acque correnti! Il salmista prova la stessa aspirazione. Lo stesso vale per tutti i chiamati dalla grazia divina, che hanno udito la voce del solo vero Amico degli uomini, il nostro caro Salvatore. Questo Maestro diletto parla al nostro cuore in modo meraviglioso, per mezzo della sua vita terrestre e della morte sofferta per i peccatori, allo scopo di procurare loro il riposo dell’anima che possono veramente trovare grazie alla propiziazione che il Signore Gesù ha effettuato in loro favore. Tutte queste cose parlano al nostro cuore, ed è una grande gioia per l’anima conosco un luogo dove il cuore sente il vero riposo inalterabile, ove si diletta nella gioia, nella felicità, e sente la mano protettrice, le ali dell’Eterno spiegate sul figlio che Egli ama teneramente! L’apostolo Paolo trovò il luogo del riposo, poiché seguì fedelmente l’Agnello di Dio ovunque Egli passò. Paolo ha potuto dire: «La pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori ed i vostri pensieri in Gesù Cristo», in Colui che ci ha guidato presso le acque pacifiche, profonde e pure, che scorrono fino alla vita eterna. Così la nostra anima sarà dissetata e troverà riposo. Saremo nella gioia anche quando l’avversario ci tenderà tranelli, ci perseguiterà con i suoi strumenti terrestri e con gli angeli decaduti. Occorre che i discepoli di Cristo abbiano fame e sete della giustizia del Dio vivente; che sentano nel loro cuore impeti di gioia e di allegrezza, che sospirino al Dio vivente.
Che le tue vesti siano continuamente bianche, e l’olio non manchi mai sul tuo capo. (Eccl. 9:8).


La Parola divina si rivolge agli uomini ed è misteriosa e nascosta per loro. La gloria di Dio è di nascondersi le cose, e la gloria dei re è di investigarle. I re che sono unti con l’olio d’unzione sono i soli a poter armonizzare la parola divina, in quanto essa diviene vivente unicamente per mezzo dello spirito di Dio. La Parola insegna che i pensieri del Signore non sono i nostri pensieri, né le sue vie sono le nostre. Signore non sono i nostri pensieri, né le sue vie sono le nostre. Tanto il cielo è al di sopra della terra, altrettanto i pensieri dell’Eterno sono al di sopra dei nostri pensieri (Is. 55:8). Il testo di sui occupiamo, indica quale deve essere la condizione di un re sacrificatore, designato nel Vangelo e nelle epistole ad essere discepolo di Cristo. Sappiamo che tutti i veri discepoli di Cristo hanno stipulato un’alleanza con Dio basata sul sacrificio, promettendo di morire quanto alla carne e a tutte le aspirazioni della terra. Il discepolo di Cristo rinuncia a queste cose e riceve in cambio il santo spirito, che è il segno della sua accettazione da parte dell’Eterno. Egli è generato secondo la volontà di Dio con la Parola della verità, che diventa spirito e vita per mezzo del santo spirito. Salomone parlava già dei discepoli di Cristo, sacrificatori e re, poiché dava consigli che possono essere unicamente per tale classe di persone e non per altri. Infatti, gli Ebrei non portavano sempre vestiti bianchi, e l’olio non era continuamente sparso sulla testa dei sacrificatori, nel tabernacolo nel deserto. Questa condizione è tuttavia indispensabile per essere un vero discepolo di Cristo. Queste vesti devono essere bianche, e l’olio non deve mancare sul capo. Gli abiti simboleggiano la giustizia che viene dalla fede nel sangue di Cristo; l’olio rappresenta il santo spirito sparso sui veri discepoli. Il discepolo di Cristo è un vero sacrificatore, le cui vesti devono essere sempre bianche, affinché il suo sacrificio possa essere gradito. La grazia che viene dalla giustificazione nel sangue di Cristo deve essere continuamente sparsa sui veri discepoli di Cristo. Se i sacrificatori, nel tabernacolo, indossavano mutande e vesti di lino bianco per esercitare le loro funzioni, il vero discepolo di Cristo deve pure avere vesti di lino puro, il che rappresenta la giustificazione dei santi (Apo. 19:8). E’ un meraviglioso ministero quello dei discepoli di Cristo fedeli, che esercitano le funzioni di sacrificatori e re davanti a Dio.
Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinunci a se stesso, prenda la sua croce e mi segua. (Mat. 16:24).


Quale differenza vi è fra l’Evangelo di Cristo e quello del delle denominazioni religiose, o falso vangelo, che ci descrive gli sforzi disperati di un dio incapace di salvare, il quale invita gli uomini a pentirsi, minacciandoli di tormenti eterni! L’Evangelo di Cristo, invece, è semplice, logico, glorioso, pieno di carità ed eleva l’anima. Il Vangelo stesso cerca un piccolo gregge, cuori scelti che riflettono l’amore di Dio e la sua tenera compassione. Per formare questo piccolo gregge il Signore non accetta chiunque, e nel nostro testo Egli parla con parole sobrie, piene buon senso: «Se qualcuno non vuole rinunciare a se stesso, non può venire alla mia scuola; se non intende seguirmi nel cammino dell’umiliazione, del sacrificio, non può essere con me nella gloria». Volgiamo soffrire ingiustamente senza mormorare né lagnarci, ed intercedere per i colpevoli, come devono fare i discepoli di Cristo? Sono domande che ci dobbiamo porre ogni giorno, se ci troviamo alla scuola di Cristo, accettandone le condizioni. Quando siamo a questa scuola, il Signore ci apre la comprensione, e ci indica l’onore riservato a quelli che sono fedeli. La potenza del suo spirito di grazia ci fa vivere nel Regno del Figlio del suo amore (Col. 1:14). La gioia che ci è procurata, ci dà la forza di portare la nostra croce sempre più degnamente, impiegando maggiormente il nostro essere al servizio del Signore. La rinuncia sarà tanto più facile, quanto più avremo un santo orrore dell’antica creatura, sapendo che essa ci ha causato tutte le avversità possibili, giocandoci dei brutti tiri. È la vecchia creatura che ricalcitra, che non vuole mai rinunciare, non è mai decisa, è sempre stanca, in cattive disposizioni ed ha mille scuse. Quale gioia essere discepoli di Cristo, liberati dai peccati, e resi capaci di partecipare all’eredità dei santi nella luce! (Col. 1:12). Il Signore vuole renderci capaci, non solo di rinunciare alla vecchia creatura, al peccato, ma a tutto ciò che ci impedisce di entrare nel Regno. Egli ci rende capaci di perdonare sempre, di rinunciare alle cose terrestri, al matrimonio, alla fortuna. Il Signore ci rende capaci di fare qualunque cosa per mezzo di Colui che ci fortifica, unendoci a Lui per benedire tutta l’umanità.
Chi altri ho in cielo all’infuori di Te? E sulla terranno desidero che Te.
Se il mondo conoscesse la tenerezza infinita, la felicità che si trova presso il Signore; se sapesse che vicino a Lui tutto è grazia, meravigliosa ricchezza, luce e benevolenza, avrebbe la sensazione profonda che le vie dell’Eterno non sono che fedeltà, grazie ad amare. Attualmente la conoscenza dell’Eterno e il timore reverenziale del Dio vivente non sono alla portata del genere umano, in quanto l’umanità è guidata dallo spirito dell’avversario. Se Satana insegnasse la vera luce e la verità, sarebbe in accordo con l’Eterno e gli sarebbe sottomesso. Se il dio di questo mondo presentasse agli uomini tenebre reali e menzogne evidenti, l’umanità potrebbe riconoscere il suo inganno; ma l’avversario non si serve né dell’una né dell’altra, di queste vie. Egli usa una luce fittizia, cioè l’egoismo, che rappresenta tenebre più grandi di quelle tangibili, e menzogne più terribili delle falsità palesi ed evidenti. Si tratta di una luce e di una verità simulate. Ecco la terribile confusione e l’insegnamento nefasto diffusi dall’avversario, e dati dalla potenza dello spirito diabolico.
Le anime che hanno assaporato la verità e la luce divina non possono più appagarsi delle falsità e della luce di Satana. I frutti ottenuti dalla cristianità quale risultato del suo insegnamento e dalla sua regola di condotta danno la morte, poiché sono avvelenati, malgrado la loro potenza attraente. Come abbiamo detto, chi ha provato la potenza del secolo futuro sarà deciso di concentrare tutto il suo affetto nell’Eterno, poiché Egli stesso è il nostro oro, il nostro tesoro, il nostro Padre, la nostra madre, la nostra sposa, nostro marito ed i nostri figli. Egli è ciò che abbiamo di più caro al mondo; è la nostra vita eterna, la nostra gioia e la nostra felicità. Il salmista dice nel testo: «Chi altri ho in cielo all’infuori di te?». In queste parole si concentrano tutto l’affetto, tutta la gioia, tutta la felicità, per invitarci a nostra volta ad avere un tale amore per l’Eterno, il Padre del diletto Salvatore, nostra consolazione, nostra gioia e nostra pace. L’Eterno è con noi nella gioia; è Lui che la rende dolce ed olezzante. Egli conforta le nostre ossa, dà potenza a tutto il nostro essere. La sorgente ed il fine della nostra vita sono la somiglianza alla sua immagine, da cui nascono la gioia e la felicità, versandosi nell’oceano dell’amore divino, per riunirsi con altre azioni del grazie quale cantico di gloria e di onore all’Eterno.


12 GENNAIO.
Siate saldi, e il vostro cuore si fortifichi, o voi tutti che sperate nell’Eterno. (Salmo 31:24).
È CERTO che ogni uomo possiede nel suo cuore il pensiero dell’eternità, come ci fa comprendere l’Ecclesiaste. Taluni ricevono impulsi più o meno rilevanti, affinché questo pensiero si sviluppi in vaga speranza. Durante l’epoca evangelica, l’Eterno ha rivolto lo sguardo sulle nazioni per scegliere un popolo che portasse il suo Nome. Questo popolo è la Chiesa. Tutti coloro che fanno parte di tale popolo hanno ricevuto nel cuore il pensiero dell’eternità, dono dell’Eterno, secondo quanto è scritto: «Egli guarda dal luogo elevato della sua santità dall’alto dei cieli. L’Eterno guarda sulla terra per ascoltare i gemiti dei prigionieri, per liberare i figli della morte» (Salmo 102:19,20). Il pensiero dell’eternità che l’Eterno, nostro Signore, ha messo nel cuore umano, rappresenta una prima tappa verso la liberazione. Poi, l’uomo passa attraverso esperienze che lo inducono a volgere lo sguardo verso Colui che è la sorgente della sua salvezza. Pur non conoscendo ancora le vie dell’Eterno, il Signore si occupa di lui per condurlo a Cristo. Le Scritture ci dicono: «Dio parla ora in un modo, ora in un altro, ma non vi presentiamo alcuna attenzione. Egli parla agli uomini con segni e visioni notturne… dà loro avvertimenti e mette suggello alle sue istruzioni, per distogliere l’uomo dal male e preservarlo dall’orgoglio… Per mezzo del dolore, l’uomo è ammonito ripreso, quando una continua lotta viene ad agitare le sue ossa. Allora egli prova disgusto per il pane e anche per i cibi più squisiti. La sua carne si consuma e scompare, le sue ossa sono messe a nudo. La sua anima si avvicina alla fossa e la sua vita ai messaggeri della morte» (Giob. 33:14-22). Vi è qui una magnifica descrizione del modo con cui l’Eterno guida il suo popolo; come Egli lo ama e lo benedice; come fa cooperare tutto al suo bene. I dolori sopraccitati non sono quelli del Cristo, ma eccellenti dolori disciplinari. Sono prove permesse affinché il figlio di Dio divenga attento alla voce del suo Maestro; e in tal caso egli sente in sé nuove disposizioni, incominciando sperare nell’Eterno. Il procedimento è più o meno lungo secondo il grado di fede e di zelo impiegati. Infatti, dopo quella fase iniziale, vi sarà ancora molto da realizzare, molte esperienze da superare, prima che il figlio di Dio in preparazione sia desideroso di accettare tutte le condizioni che il Signore Gesù gli pone.


13 GENNAIO.
Bontà, misericordia e verità non ti abbandonino; legatele al collo, scriverle sulla tavola del tuo cuore. (Prov. 3:3).
Il testo ebraico ci parla di misericordia e di verità, mentre le nostre traduzioni riproducono fedeltà e bontà. I discepoli di Cristo devono imparare in primo luogo ad apprezzare, ad amare teneramente ed a ricercare la misericordia divina, affinché essi possano approfondirsi nello spirito che presiedette all’istituzione del piano di Dio. L’apostolo dice: «Dio ha rinchiuso tutti gli uomini nella disubbidienza, per fare misericordia a tutti», soggiunge: «Oh profondità della ricchezza, della sapienza e della scienza di Dio!». Non è questa l’espressione del grande apostolo dei Gentili, meravigliato della misericordia divina? Quanto è necessario per noi imparare a conoscere la misericordia esercitata dal nostro buon Padre celeste per mezzo del nostro Signore Gesù! La seconda parte del testo, che ci parla di verità, può darci un insegnamento profondo se ci troviamo in buone disposizioni. Bisogna legare al nostro collo questi due principî: la misericordia e la verità. Che questa verità mostrata dal Signore nella Parola, divenga attiva nei nostri cuori per mezzo di una disposizione umile per riceverla! Se siamo attenti e fedeli discepoli di Cristo, con la rinunzia quotidiana a noi stessi, il Signore ci concederà di conoscere la verità, e questa ci mostrerà il nostro stato. Quando avremo ricevuto umilmente, tale verità sarà un fuoco divorante per il nostro carattere, per le vecchie abitudini, ed una spada a doppio taglio che penetrerà fino alla divisione dell’anima e dello spirito. Essa giudicherà in noi i sentimenti ed i pensieri del cuore. Lasciamo agire questa verità su di noi senza alcuna resistenza, perché il testo ci dice, parlando della «Scrittura», di abituarci ad essa e di ricordarci che abbiamo un Dio misericordioso, il quale ci fa misericordia, se gli confessiamo tutti i nostri errori. In tal modo, la verità sarà attiva per correggerci ed istruirci, e con la nostra umiliazione, la misericordia si eserciterà in nostro favore per mezzo del grande Sacerdote misericordioso. Impariamo questa lezione di tutto cuore, esercitando la misericordia intorno a noi, e ciò continuamente, trovando il coraggio di dire la verità. Diveniamo veritieri con i nostri fratelli e sorelle, con il nostro prossimo, con il modo, ed esercitiamo la misericordia, che è una parte importante dell’amore. Ciò che la verità ferisce, la misericordia cura e lenisce: è questo il meraviglioso balsamo di Galaad.


14 GENNAIO.
Ecco il mio servo, che sosterrò, il mio eletto in cui l’anima mia si compiace. Ho messo il mio spirito su di Lui; Egli insegnerà la giustizia alle nazioni. (Is. 42:1).


COLUI di cui si parla nel nostro testo è in primo luogo il diletto Salvatore, che ha dato una testimonianza meravigliosa, poiché la potenza della grazia divina era su di Lui. Egli era veramente l’Eletto di Dio, nel quale la sua anima si compiace. La pienezza dello spirito è venuta sul Figlio dopo il battesimo nel Giordano. Egli ha dunque, in gran parte adempiuto la profezia, e la sua attività fu la gloria dell’Eterno. Egli ha, infatti, consolato il popolo, guarito gli ammalati, risuscitato i morti, ed ha manifestato la potenza di Dio nelle opere che ha compiuto cercando sempre di glorificare suo Padre che è nei cieli. Una gloria magnifica è mostrata nelle diverse testimonianze che il Signore Gesù ha dato; ma i suoi discepoli hanno potuto riconoscere veramente quanto l’Eterno lo apprezzava, lo amava l’onorava, allorché sulla santa montagna i suoi vestiti divennero bianchi come la neve, e la gloria dell’Eterno risplendette sul suo viso. Durante l’epoca evangelica, il Signore Gesù ha accettato alla sua scuola dei discepoli, i quali divengono membra del suo corpo, e ricevono in eredità la gloria del loro Maestro, se sono fedeli al loro impegno.

La potenza dello spirito di Dio trasforma la mentalità del discepolo, e gli dà la somiglianza col Figlio diletto di Dio, secondo ciò che è stato annunciato nelle Scritture: «Quelli che Egli conobbe anticipatamente, li ha pure predestinati a diventare simili all’immagine di suo Figlio, affinché questi fosse il primogenito tra parecchi fratelli» (Rom. 8:29).

Tale grande e meraviglioso privilegio è dato unicamente a coloro che sono fedeli e rinunciano a se stessi nel ministero d’intercessori e riconciliatori (2° Cor. 5:18). Durante tutta l’epoca evangelica è stato chiamato un Piccolo Gregge: i veri discepoli di Cristo, che sono consacrati a Dio e vivono fedelmente la consacrazione. L’Eterno è fedele a loro riguardo e dice loro: «Non ti abbandonerò né ti lascerò». Chi soffre con il Signore Gesù sarà glorificato con Lui. Alla fine dell’epoca evangelica, l’Eterno manda un servitore con un messaggio la cui prima parte è per la Chiesa, e la seconda per l’umanità. Il Signore Gesù è stato inviato per le smarrite della casa d’Israele, mentre il messaggio attuale si rivolge a tutte le nazioni della terra e tratta l’introduzione del Regno della Giustizia. Fortunato colui che non si scandalizza delle vie del Signore, e mette in pratica il messaggio arrecato dal Messaggero del Signore.