IL CORANO (peccato che indurisca un poco il cuore, l'anima e lo spirito per noi Cristiani che abbiamo la salvezza solo in Gesù Cristo)
Rivelazione.
Il concetto di rivelazione islamico è diverso da quello Cristiano e da quello cattolico.
Si dice che esiste in paradiso un libro archetipo celeste di altre scritture (Corano 10,38).
Le scritture sarebbero rivelazioni parziali e successive di tale libro-archetipo.
Ogni profeta o inviato del Dio avrebbe portato al popolo a lui affidato un libro o un insegnamento redatto nella lingua di quel popolo.
Per questo il Corano parla di libri di Abramo e di Mosè e delle rivelazioni fatte a Noè, Abramo, Ismaele, Isacco, Giacobbe, Gesù, Giobbe, Giona, Aronne, Salomone e Davide.
I libri sacri più famosi sono appunto quelli citati, che corrispondono, rispettivamente, alla legge data da Mosè (Corano 32,23) (Pentateuco ebraico -cristiano), ai salmi rivelati a Davide (Corano 17,57; 4,161) e al vangelo rivelato a Gesù (Corano 5,50). Naturalmente il sacro Corano (… è l'ultimo dei libri divini rivelati; esso abroga tutti i libri anteriori e resterà in vigore vino al giorno della risurrezione…). Nella nostra traduzione, ci siamo attenuti a un linguaggio più moderno (forse non tutti lo accetteranno!). Invece di parlare di legge, salmi, vangelo, abbiamo parlato più semplicemente di "Vecchio (Antico) Testamento e Nuovo Testamento".

SA'IR v. INFERNO
SAFA', MARWA. None di due monti-piccoli esistenti presso la Mecca, importanti per i riti del pellegrinaggio. Tra queste due colline, i musulmani compiono il sa'y = percorso settenario, in memoria delle sette volte che lo percorse Agar alla ricerca di una sorgente per il figlio Ismaele assetato. Il significato di entrambe le parole (che abbiamo lasciato così nel testo) è "pietra" , "pietre".
SALA'T v. PREGHIERA
SA'LIH v. THAMU'D
SA'MIRI'. Personaggio che compare solo una volta nel Corano (capitolo XX) per istigare gli ebrei a confezionare il vitello d'oro. Molte congetture sul suo nome. Nessuna certezza. Pare si tratti di una personificazione dei samaritani, nemici dichiarati degli ebrei.
Eponimo della magia satanica, che è contro qualsiasi religione.
SHAYTA'N. Il "satana" come demonio è noto all'isla'm, fin dall'epoca del Corano. L'origine del termine si deve ricercare nella tradizione ebraica -cristiana Cattolica.
Egli sarebbe il padre degli shayatina (= piccoli dèmoni) e dei g'inn (= spiritelli malefici, ai quali ancora crede la gente del popolo). Secondo una tradizione assai diffusa, Allah avrebbe creato prima il satana e sua moglie; dalla loro unione sarebbero scaturite tre uova, da cui nacquero le varie
categorie di spiritelli. Non si sa bene se il satana musulmano ha un corpo pesante o un corpo sottile, come gli angeli. Di lui si parla molto nel Corano. E' chiamato rag'i'm che si traduce generalmente con "lapidato" ma che pare piuttosto un termine preso in prestito alla lingua ghe'ez', "maledetto".
Il satana è il tentatore di Adamo e di ogni uomo ed è il nemico dichiarato di ogni uomo.

TEORIA DEI "SEGNI" (AYA'T). Caspar R. in una lucida sintesi presenta i "segni" di Dio espressi
Dal Corano così:
segni (a) della creazione: la creazione testimonia l'unità e la unicità di Dio. L'universo, creato dal caos, l'uomo, modellato di argilla, o creato direttamente nel seno di una donna, come 'I'sa' in Maryam, sono altrettante prove, numerose e convergenti, della autenticità della parola rivelata da Dio nel Corano;
segni (b) dei popoli castigati: se ne trovano resti nel Corano (Hùd, Sàlih, i figli di Israele);
segni (3) dei profeti anteriori a Muhammad: teoria della successione profetica;
(d) segni dei miracoli fatti durante i secoli;
segni (e) della vittoria contro gli infedeli (Badr, il Fosso, presa della Mecca, ecc.).
Cfr. Caspar R., Valeur religieuse de la foi musulmane, in Comprendre Paris, (XV) n.61, 13 fèvrier 1970, pp.2-3.

SHU'AYB. Altro profeta coranico di cui si sa poco o nulla. Sarebbe il suocero di Mosè? La identificazione si ricollega - secondo il Bausani (Corano, op. cit., p. 551) - con la sua appartenenza alla stirpe di Madyan, dove appunto si rifugiò Mosè. Non ne siamo sicuri, perché è inviato come predicatore di onestà, alle genti di Al-Ayka.
SPIRITELLI, G'INN, G'ANNA. Etimologicamente da genius latino?
Nell'Arabia preislamica erano spiritelli che rappresentavano la forza della natura ancor non sottomessa all'uomo, quasi satiri o ninfe del deserto. Divennero in seguito divinità locali, molto impersonali, a cui si prestava culto in località altre o in boschetti sacri.
Per il Corano essi sono stati creati prima dell'uomo da una chiara fiammata, sembrano assai vicini alla natura umana, molto spesso sono accomunati agli uomini per significare l'insieme delle creature terrestri intelligenti. Talora sembrano vicini al satana e con il demonio cercano di penetrare il segreto dei cieli. Talaltra, sono assimilati a piccoli serpenti striscianti, e con i satanelli sono a servizio di Salomone. Il Corano condanna le creature che li adorano e fanno di loro delle con- divinità. Ci sono degli spiritelli fedeli (taluni hanno ascoltato il Corano e si sono convertiti all'Isla'm) ma la maggior parte sono infedeli. In questo caso diventano diabolici, nemici dei profeti, tentatori degli uomini. Figurette complesse, tutto sommato, e nemmeno tanto antipatiche. Fanno da contorno misterioso al lento scorrere della vita. Sono molto popolari a livello etnologico, in tutte le terre d'Isla'm. Entrano o escono dalle case, portando il malocchio o togliendolo, a piacimento. Il popolino minuto li teme e si premunisce contro di loro con amuleti.

SUG'UD. Letteralmente: prostrazione (rituale) durante la preghiera musulmana. Abbiamo lasciato il termine che ricorre molte volte. Ci è sembrato più aderente alla traduzione che abbiamo fatto. Dal verbo trilittero sag'ada = prostrarsi, inchinarsi (davanti a qualcuno).
SULAYM'AN. Il biblico, notissimo Salomone. L'arabo è un calco dall'ebraico Sèlòmòh = perfetto, fortunato. E' rimasto nel ricordo popolare come tipo di re saggio e fastoso. Il Corano, pur imbrogliando un po' la matassa, lo ricostruisce in maniera che si avvicina abbastanza alla figura biblica, come re, saggio, costruttore e amatore di donne, soprattutto della regina di Saba. Ma le fonti del Corano (sempre che si possa parlare di fonti, ciò che i nostri fratelli musulmani rifiutano) si trovano più nell'apocrifo Testamento di Salomone, scritto da un autore cristiano cattolico nel III° Secolo d.C. che probabilmente si servì di documenti giudaici del I° sec. d.C.
THAMU'D, SA'LIH. Popolazione assai antica, di cui si parla in una iscrizione di Sargon (715 a.C.)
Nominata parecchie volte dagli scrittori antichi. Viveva a nord di Medina sulla via della Siria. Gli appartenenti a quella popolazione erano cavernicoli: si scavavano case nei monti (se né parla nel Corano). Scomparvero tra il 400 e il 600 d.C. La narrazione cranica li fa scomparire con il castigo del terremoto, annunciato loro dal profeta arabo Sa'lih. Di lui si ignora tutto. Una identificazione tra il Sa'lih arabo e il Saulo cristiano (Paolo) pare assai improbabile. Caratteristica di questo profeta è la prova della (cammella del Dio).
UHUD. Località famosa per la battaglia che nel 625 vide le genti meccane impegnate contro i musulmani, e che fu vinta dai nemici di Muhammad. Poco mancò che la sconfitta si tramutasse in un autentico disastro, e lo stesso profeta fu leggermente ferito. Corse addirittura voce che era stato ucciso. Nel Corano viene ricordata con senso di vergogna e di umiltà.
TAG'U'T. Nome che compare otto volte nel Corano. Dal radicale vocalizzato tag'aa'. Ibridismo arabo/ebraico. Designerebbe "gli idoli", a meno che indichi i dèmoni considerati "ribelli". Il radicale ha appunto il significato di " essere, divenire ribelle".

UMMA v. COMUNITA'
YA'QU'B. Il biblico Giacobbe, figura assai patetica nel Corano, soprattutto nel capitolo di Giuseppe (XII). Ricorre altre volte, nominato in coppia con altri "profeti" (per la traduzione ebraico -cristiana, Giacobbe è un "patriarca" , non un profeta). Il nome arabo deriva direttamente dall'ebraico Ja'àqòbh, che probabilmente lo aveva mutuato dall'egiziano j'qbhr corrispondente di Ja'àqòbh-'èl che taluni vogliono considerare nome geografico. Altri pensano trattarsi di un nome teoforo: (Il Dio segue. Il Dio ricompensa. Il Dio ha protetto), ma la bibbia spiega il nome di Giacobbe come derivato da 'àqèbh = tallone e il significato di soppiantatore. Suffraga tale spiegazione il fatto che Giacobbe avrebbe afferrato il tallone del fratello gemello al momento della nascita, e che in seguito lo avrebbe soppiantato nella primogenitura. Il Giacobbe coranico, come abbiamo detto, è figura di primo piano soprattutto nel capitolo di Giuseppe.
YAHYA', ZAKA'RI'YA'. Nome arabo di Giovanni (il battezzatore), figlio di Zaccaria. I capitoli III° e XIX° del Corano ne parlano diffusamente. Come già abbiamo fatto per altri nomi personali, li abbiamo lasciati in versione araba. Anche nel Corano si ripete la narrazione dei vangeli canonici e di quelli apocrifi, che fanno nascere Giovanni prima del Messia. Il nome della madre di Giovanni non è conosciuto dal Corano, mentre si dà il fenomeno contrario per il Messia: si conosce la madre, Maryam, che ricevette in dono dal Dio ( un figlio purissimo) senza intervento di padre.
YA'HU'D(I). Il nome collettivo degli ebrei. Viene spesso ripetuto nel Corano, e così lo abbiamo lasciato in versione araba, come quello dei Cristiani, dei sabei e dei magi.
YU'SUF. Abbiamo commentato a lungo il capitolo di Yusuf. Non ci tratteniamo a darne altre spiegazioni. Si tratta del capitolo XII°, al quale rimandiamo. Pare che il suo nome compaia 27 volte nel Corano. E' anche lui nel numero dei mèntori antichi, ma tutto sembra limitarsi alla "sua" storia, che è uno dei più bei capitoli del Corano.
YU'NUS. L'avventura di Giona buttato a mare (II° Re 14,25) è raccontata dal Corano all'inizio di Mc/2°. Il nome Yu'nus potrebbe essere di derivazione etiopica o aramaica. La storia di Giona salvato dal pesce ( è anche chiamato (l'uomo del pesce (grande) ) ). È per il Corano un simbolo di risurrezione.

ZAKA'RI'YA' v. YAHYA'
ZAKA'T v. PILASTRI DELL'ISLA'M.
XLVII
Muhammad
Con il nome di Dio, ricco in clemenza, abbondante in misericordia.
Quelli che sono kàfirùna e allontanano la gente dal sentiero del Dio gli vanificherà le opere buone.1.
Quelli che credono e che fanno seguire alla fede opere buone, quelli che prestano docilmente fede a quanto ha fatto scendere su Muhammad - questa è verità proveniente dal Signore - gli cancellerà le azioni scellerate e ne riformerà le intenzioni.2.
Ciò capita perché i kàfirùna segnano l'errore, e all'opposto i credenti seguono la verità del Signore: proprio in questo modo il Dio propone il loro esempio agli uomini.3.
Se incontrate i kàfirùna colpiteli alla nuca fino a domarli, poi serrate bene i ceppi, in seguito delibererete se li dovete concedere la grazia o se dovete esigere il riscatto, fino a che la guerra non abbia deposto il suo carico di armi. Così è: ma se il Dio lo avesse voluto si sarebbe vendicato di essi, invece ha così stabilito per mettervi reciprocamente alla prova. Di coloro che saranno ammazzati nei sentieri del Dio, egli farà sì che le opere non vadano perdute:.4.
Le orienterà al bene, disporrà il loro animo al bene.5.
Li farà entrare nel g'annat che gli ha descritto.6.
O voi, proprio voi che avete fede! Qualora prendiate le difese del Dio egli prenderà le difese vostre e rinfrancherà i vostri passi.7.
E guai ai kàfirùna, guai a loro! Le loro opere saranno vanificate.8.
Per il fatto che hanno manifestato ripugnanza per ciò che il Dio ha rivelato, le loro opere saranno vanificate.9.
Non hanno essi fatto il giro della terra per controllare ciò che è capitato a quelli che l'abitavano prima? Il Dio li ha annientati. Stessa sorte è riservata ai kàfirùna.10.
Il Dio è il Signore dei credenti, mentre per i kàfirùna non c'è nessun protettore.11.
Il Dio farà certamente entrare coloro che credono e che praticano il bene, nel g'annat (quanti ruscelli piccoli lo rallegrano!). E i kàfirùna? Godano, si abbuffino come porci, il g'ahannam sarà il loro asilo.12.

Abbiamo annientato innumerevoli città: erano assai più forti di quelle che ti ha messo al bando, né ci fu alcuno che ci prestasse aiuto.13.
Ma è mai possibile che l'uomo che possiede saldamente una prova irrefutabile venuta dal Signore venga eguagliato a colui le cui opere malvagie sono state rivestite di orpelli per fare passar per buone? Oppure a colui che segue sfrenatamente le passioni?.14.
Questo che ti annuncio in figura è il g'annat promesso ai devoti: ci sono piccoli ruscelli cangianti: qui, ruscelli con acqua aulente, là altri in cui score latte del gusto inalterabile, altrove, ruscelli in cui scivola il vino, delizia di palati raffinati, e ancora: ruscelli di miele purissimo, raffinato. Inoltre troveranno ogni specialità di frutta e il perdono del Signore. I beati saranno dunque simili a quelli che dovranno vivere per sempre nel fuoco, abbeverati da un'acqua talmente bollente che gli dilanierà le viscere?.15.
C'è pur gente che ti ascolta, in mezzo a loro. Uscendo da casa tua, tuttavia, interrogano coloro cui fu dato il discernimento: (cosa ha tetto mai, poc'anzi?). a quelli, il Dio colloco un sigillo sul cuore. Essi sono traviati dalle loro passioni.16.
I ben-guidati saranno ancor meglio guidati dal Dio, che gli ispira timore sacro.17.
Stanno forse vegliando, con timore che l'ora li sorprenda? Ne sono già apparsi i segni premonitori. Ma quando giungerà, a che li servirà il monito con cui erano stati avvertiti?.18.
Ricorda: in verità non c'è dio se non il Dio, egli, il solo. Chiedi perdono per il tuo peccato, per quello dei credenti e delle credenti. Il Dio conosce la vostra vita piena di attività e la località della vostra dimora finale.19.
Anelano i credenti: (Perché non viene rivelato un capitolo sacro?). Ma quando viene rivelato un capitolo sacro molto chiaro dove si fa menzione della guerra, tu ti accorgi che coloro che hanno il cuore malato ti guardano con lo sguardo di chi sviene davanti alla morte.20.
Più appropriata ad a essi sarebbe certo l'obbedienza e una buona parola. E quando la decisione è stata presa, meglio sarebbe per loro mostrarsi fiduciosi in Dio.21.
Potrebbe accadervi, allontanandovi dal Dio, di diffondere disordine sulla terra, e di rompere i legami con i vostri parenti.22.
Quelli sono i maledetti dal Dio: li ha resi sordi e ciechi.23.
Ma non sanno meditare il Corano? O hanno forse alcuni di loro catenacci sui cuori?.24.
Quelli che hanno disertato dopo che è giunta l'indicazione del cammino giusto - e gli è giunta in maniera chiara - sono quei tali a cui il shaytàn ha fatto vedere le cose belle e ai quali ha dato un po' di temporeggiamento.25.
Questo capita perché essi confidano a quelli che provano avversione per ciò che il Dio ha rivelato:
(Vi obbediremo parzialmente): ma il Dio conosce i loro secreti!.26.
Cosa succederà quando gli angeli li porteranno a morte, percotendoli sulla faccia e sul dorso?.27.
Seguono le cose che incolleriscono il Dio, disdegnano la sua buona volontà, e in cambio il Dio vanifica le loro azioni.28.
E allora? Quelli dal cuore malato pensano forse che il Dio non farà mai apparire alla luce i loro odii?.29.
Oh, se noi volessimo! Te li faremmo vedere, e allora li riconosceresti dal loro atteggiamento e dal tono dubbioso del loro padre. Ma il Dio ben conosce le vostre azioni!.30.
Siate pur sicuri: vi metteremo alla prova per conoscere chi lotta tra di voi, chi porta pazienza e anche per renderci conto se le cose che di voi si dicono sono vere.31.
Certo, i kàfirùna che allontanano gli uomini dal sentiero del Dio e fanno scissione dal rasùl (dopo che è stata manifestata con chiarezza la giusta norma di condotta) non nuocciono per nulla a Dio, ma il Dio polverizzerà le loro azioni.32.
O voi, proprio voi che credete! Obbedite al Dio, obbedite al suo rasùl, non rendete vane le azioni della vostra vita!.33.
Il Dio non concederà alcuna assoluzione ai kàfirùna che distolgono gli altri dal sentiero divino, e muoiono da kàfirùna.34.
Non tentennate, non cedete! Non invocate: (Pace, pace!) mentre siete i più forti. Il Dio è con voi. Non dirà che le vostre azioni sono state isegnificanti.35.
La vita del mondo! La vita del mondo è sollazzo e godimento (ma per i kàfirùna). Ma se voi avete fede, se vi comportate onestamente, egli vi darà ricompensa senza chiedervi, in cambio, le vostre sostanze.36.
Se egli ve le chiedesse e le reclamasse con insistenza, forse vi dimostrereste cupidi, ed egli trarrebbe alla luce il vostro odio.37.
Ecco: siete voi, siete voi gli invitati a elargire i vostri beni nel sentiero del Dio; ma ci sono degli avari tra voi! Ebbene seppiatelo: l'avaro lo è contro se stesso. Il Dio è sufficiente a se stesso, voi siete mendichi. Se voi sarete fedifraghi, egli vi sostituirà con un altro popolo: questi non sarà affatto simile a voi!.38.

XLVII
NOTE ALLA SùRA
Muhammad. La battaglia
Il titolo può essere duplice. Il capitolo è Md/. In esso si trovano condensati principi di etica personale con cui guidarsi per vivere bene su questa terra e per guadagnare la vita dell'aldilà. Elementi ribaditi in altri capitoli, soprattutto del periodo Md/ (Muhammad legislatore della città terrena e della città eterna).
Teoria degli opposti: i maligni che cercano di allontanare i buoni dal retto sentiero credono di fare opera di bene, ma il Dio non solo li castigherà per il male fatto, gli aggiungerà in più la vanificazione delle loro buone opere (se ne avranno compiute!).1.
Dichiarazione esplicita, anche onomastica, del prescelto per la nuova rivelazione, e contenuto della stessa: Verità proveniente dal Signore.2.
Quando la guerra santa è inevitabile, in determinate condizioni, non la si deve portare avanti con i guanti… Prima di rilasciare i prigionieri di guerra, pensaci bene: potrebbero a loro volta diventare persecutori infami. Saranno ammazzati. In arabo al passato.4.
Quella (città) che ti ha messo al bando. Si tratta della Mecca. Il capitolo è evidente Md/. Questi brani di ermeneutica e di critica interna sono serviti per identificare, almeno parzialmente, l'epoca dei capitoli.13.
Simbolismo: ci sono quattro tipi di bevanda:
acqua pura e profumata (a)
latte genuino (b)
vino (c)
miele (d)
Sempre stando al simbolismo: l'acqua alimenta lo spirito, il latte conforta il cuore, il vino riscalda gli affetti, il miele addolcisce le tristezze della vita.15.
I segni premonitori dell'ora che si avvicina potrebbero essere quelli che si riallacciano al trionfo della nuova religione, contro la quale i meccani politeisti avevano combattuto invano.18.
Si ribadisce in forma solenne (e ripetitiva) l'essenza del dogma islamico: là ilàha illà Allàh.19.
I maledetti dal Dio: quelli ai quali egli ha sottratto la sua grazia, i suoi favori.23.
Faccia e dorso: la parte visibile del corpo e la parte invisibile (all'uomo). I peccatori saranno puniti in entrambe le parti del corpo. Metafora: saranno castigati per i loro peccati noti e per quelli incogniti.27.
Sollazzo e godimento. Questi elementi psicologici della nostra esistenza non sono, per sé, dannosi né pericolosi, come preparazione all'altra vita. Ma se l'uomo orienta la sua esistenza al godimento dei beni terreni e al divertimento, e pone in non cale gli affari, allora il sollazzo e il godimento diventano pericolosi. Monito universale: usare dei beni che la vita ci dà solo come preparazione per l'altra vita.36.

XLVIII
LA VITTORIA
Con il nome del Dio, ricco in clemenza, abbondante in misericordia.
E' vero: ti abbiamo reso vittorioso di splendida vittoria.1.
Affinché il Dio perdoni i tuoi peccati quelli antichi e quelli d'oggi e riversi il suo favore su di te e ti guidi alla diritta via.2.
E ti soccorra in maniera assai potente.3.
E' lui che ha fatto scender la sakìna negli animi dei fedeli, perché possono crescere sempre più nella loro fede. (Al Dio appartengono le schiere dell'empireo e dell'orbe, il Dio è sapiente e provvido).4.
In modo da far entrare credenti e non credenti nei g'annat sotto i quali scorrono acque fresche di ruscelli (ivi staranno per sempre!): ma egli anche sa cancellare da loro i loro misfatti. (Che grande risultato per il Dio!), 5.
E per flagellare, castigandoli, ipocriti e bacchettone, artefici di condivinità uomini e donne, che sul Dio altro non hanno che pensieri blasfemi. Siano colpiti da sorte maligna!
Il Dio è adirato con loro, non fa che maledirli, e gli ha preparato il g'ahannam. Che viaggio maledetto!.6.
Gli eserciti celesti e quelli terrestri appartengono al Dio, che il Dio è potente e saggio: .7.
E noi ti abbiamo inviato testimone, annunciatore, ammonitore.8.
Perché voi crediate al Dio e al rasùl, gli prestiate la dovuta assistenza, e ne riconosciate la dignità. Cantate la sua gloria osannando, all'alba e all'imbrunire.9.
In verità coloro che ti prestano giuramento, lo prestano al Dio, e sulle mani loro si posa la mano del Dio. Chi manca al giuramento frode se stesso, chi va fino in fondo all'impegno assunto con il Dio, da lui riceverà compenso favoloso!.10. (Nelle Sacre Scritture, la Bibbia, Parola data ai veri Cristiani, non bisogna giurare per nessuno!).
Quelli dei beduini che rimasero nelle retrovie imploreranno: < Le nostre ricchezze e le nostre famiglie ci hanno ostacolati: implora per noi il perdono >. Parlano con la lingua, ma non col cuore!
Questa sarà la tua risposta: < Echi sarà garante per voi davanti al Dio, nel caso ch'egli non vi abbia in simpatia, oppure nel caso ch'egli vi voglia bene? >. Il Dio è informatissimo di ciò che fate.11.
Già! Voi credevate che il rasùl e i credenti non avrebbero fatto ritorno alle loro case: il sospetto ha i vostri cuori, avete acconsentito a pensieri iniqui, e cosi siete perduti!.12.
Chiunque non presta fede al Dio e al rasùl, sappia che per i miscredenti abbiamo preparato il sa'ìr…13.
Il Dio regna in cielo e in terra, egli perdona e castiga chi vuole, e nonostante tutto, continua essere padrone, abbondante in mesericardia.14.
Quando partirete per accaparrarvi il bottino, gemeranno coloro che furono negletti: < Non vi possiamo accompagnare? >. Essi vorrebbero dare un altro orientamento al Verbo del Dio, ma tu ribatterai: < Mai voi ci seguirete, che è il Dio si è già espresso in questo senso >. Replicheranno:
< Voi avete contro di noi invidia mortale! >. Invece sono proprio loro che non capiscono.15.
Spiega a quelli dei beduini che sono rimasti indietro: < Presto sarete chiamati a guerreggiare nemici strapieni di energico coraggio: il Dio vi concederà invidiabile ricompensa, ma se diserterete (e non è la prima volta che lo fate!) vi flagellerà: il castigo sarà tremendo >.16.
Il cieco, lo zoppo, il malato si astengono dal combattimento? Non c'è alcun motivo di fargliene una colpa. Chi obbedisce al Dio e al rasùl, egli lo farà entrare nel g'annat dove abbondano ruscelli: quanto al disertore, su lui terribile tormento!.17. (Chi diserta dalla guerra, se non per operare per il bene della pace di tutta l'umanità, e operando un brutto male purtroppo bisogna tagliare un poco anche sulla parte buona, è con Dio!). (Dio è amore, non è un Dio di guerra! Un Dio di confusione!).
Si è compiaciuto il Dio coi credenti quando ti hanno prestato giuramento sotto l'Albero: conosceva l'intimità dei loro cuori e ha fatto discendere su loro la sakìna e li ha premiati con la sperata vittoria.18.
Gli ha pure concesso abbondante bottino, di esso si sono impadroniti. Il Dio è sempre potente e saggio.19.
Il Dio vi promette copioso bottino. Ve ne impadronirete. Egli affretta i tempi della conquista, storna da voi le mani delle genti: questo deve essere un segno dei credenti, vi serve ad essere guidati sulla retta via.20.
Sta anche affrettando per voi i tempi di un'altra vittoria: voi non sareste capaci di ottenerla, egli lo ha avviluppata in sua potenza, egli su ogni cosa è onnipotente.21.
Se vi avessimo combattuto i kàfirùna, sarebbero sicuramente fuggiti, né avrebbero incontrato alleato o soccorritore:.22.
Tale è stato già, in tempi andati, il modo di procedere del Dio. Mai e poi mai troverai cambiamento nella condotta del Dio.23.
E' lui che ha allontanato da voi le loro mani. E' lui che ha allontanato le vostre da loro nel vallone di Mecca, dopo che ebbe concesso a voi predominio su di loro. Il Dio è osservatore di ciò che fate.24.
Sono essi, i kàfirùna, che vi impediscono di accedere alla santa moschea, che impediscono anche alle vittime dell'oblazione di raggiungere la località della loro immolazione. Se non vi fossero stati là uomini e donne credenti (voi non li conoscevate… avreste anche potuto calpestarli, e sareste diventati colpevoli di un delitto nei loro confronti, involontariamente…), se fosse stato possibile riconoscerli, avremmo certamente inflitto un castigo - e che castigo doloroso - ai kàfirùna. E' il Dio che fa entrare nella sua misericordia chi vuole…25.
Quando i kàfirùna empirono il cuore di furore, del furore dell'ignoranza, il Dio fece scendere la sakìna sul rasùl e sui credenti e gli comandò di parlare di linguaggio di pietà: ne erano i più degni, ne erano i più vicini. Il Dio conosce a perfezione ogni cosa.26.
Il Dio conferma certamente la verità della visiono del suo rasùl, voi potrete entrare nella moschea santa - in shà'Allàh - con fiera sicurezza: alcuni raseranno i capelli della loro testa, altri gli accorceranno e non dovrete avere timore. Egli conosce ciò che voi non sapete affatto e vi ha assegnato, in precedenza, sicurissima vittoria.27. (Tutte le religioni sono false?)
Lui ha inviato il rasùl incaricato di guidarvi: vi ha portato la vera religione per farla trionfare su tutte le altre. Il Dio è un testimone sufficiente.28.
Muhammad è il rasùl del Dio. Coloro che sono della sua parte sono duri contro i kàfirùna, ma pieni di bontà e compassione tra di loro. Li vedrai: si inchineranno, si prosterneranno nel sug'ud, cercheranno il favore del Dio e le sue compiacenze. Sulle loro fronti ci sono i segni del rito del sug'ud, saranno riconosciuti.
Di essi si parla per enigma nell'Antico Testamento, si parla per esempi nel Nuovo Testamento: sono simili al seme che produce il germoglio, poi il Dio lo irrobustisce, poi diventa grosso, e si innalza sullo stelo tra l'ammirato stupore di colui che ha seminato e l'invidia rabbiosa dei kàfirùna.
Il Dio ha promesso a coloro fra di essi che avranno creduto e fatto opere buone, perdono e compenso illimitato.29.

Note alla sùra
XLVIII
Il trattato di Hudaibìya
Capitolo medinese di taglio storico. Si narrano le vicende di Hudaibìya, avvenute nell'anno: 628/629 d.C., corrispondente al 6° égira, nel penultimo mese del computo musulmano. La località si trova in una vasta pianura, a pochi giorni di camino a nord della Mecca sulla vertente occidentale della carovaniera Mecca-Medina, frequentata nei tempi di Muhammad. Erano passati sei anni da quando il profeta aveva abbandonato la città natale, caduta poi in mano di un'autocrazia pagana.
L'islàm aveva fatto passi da gigante in quei sei anni: i pagani avevano tentato invano di sopraffare la nascente comunità, ma erano sempre stati sconfitti. Secondo gli usi arabi antichissimi, quindi preislamici, ogni arabo doveva visitare la città santa nei due ultimi mesi dell'anno, ma vi doveva andare pellegrino disarmato, né poteva esercitare la caccia in quel tempo sacralizzato. Nel penultimo mese dell'anno 6° égira, Muhammad volle compiere il rito del pellegrinaggio. Partì dunque disarmato, ma accompagnato dalla folla di seguaci che andava via via aumentando per strada, fino a raggiungere il numero di 1400, 1500 seguaci (le cifre sono, evidentemente, approssimative). La cosa dispiacque ai meccani, o meglio, agli autocrati pagani che comandavano in città. Si allarmarono. Contravvenendo a usanze secolari (e forse millenarie) decisero ad ogni costo di impedire il pellegrinaggio, anche con l'impiego della forza. Spavento da parte musulmana, disarmata: i pagani venivano decisi ad ogni evento, armati fino ai denti. Muhammad fece una tappa strategica a occidente della strada carovaniera, fermandosi nella località accennata. Cominciò un lungo negoziato durante il quale emerse la finesse d'esprit del profeta: da parte sua non voleva assolutamente che la terra santa fosse macchiata di sangue; da parte dei meccani invece con la rabbia di perdere un'occasione così facile per sbaragliare l'odiato profeta, c'era anche il timore della superiorità, non solo numerica, della nuova ideologia. In quei sei anni, l'islàm aveva fatto una straordinaria avanzata e i convertiti si contavano a migliaia. Prevalse il buon senso: e nella località prescelta, sotto un albero, attorno al quale si agitava una moltitudine immensa di musulmani, i rispettivi ambasciatori conclusero il <Trattato di Hudaibìya>. Era un trattato di pace contenente le seguenti clausole:
Si sarebbe mantenuta la pace tra le due parti contendenti per un periodo di almeno dieci anni.1.
Qualunque persona, o addirittura intere tribù, dovevano ritenersi libere di parteggiare per l'una o l'altra fazione di contendenti, o di stipulare con la stessa un'alleanza di pace.2.
Gli appartenenti alla tribù dei Quraysh della Mecca che si trovassero sotto tutela e che volessero raggiungere il profeta senza il consueto del tutore, dovrebbero venire rispediti a casa; in caso di permesso del tutore, potrebbero restare in compagnia del profeta.3.
Muhammad e i suoi seguaci non sarebbero entrati alla Mecca in quell'anno, ma soltanto nell'anno seguente, disarmati.4.
Le clausole vennero fedelmente rispettate dai musulmani. L'anno seguente, il 7° égira, essi compirono un solenne pellegrinaggio alla Mecca, che durò tre giorni. Purtroppo una tribù alleata dei meccani, i Banù Bakr, non osservano il trattato e fecero una sortita contro la tribù dei Banù Khuzà'a alleati del profeta. Tuttavia la rottura parziale del trattato non sminuì l'importanza storica dell'avvenimento, che portò alla conquista della Mecca e alla cacciata dell'autocrazia pagana. Fu una splendida vittoria morale, sociale, politica, diplomatica.
Il presente capitolo, di stile brillante, dove si sentono gli echi del trionfo, ne è la descrizione sommaria, quasi stenografata.
Si riferisce al trattato concluso con i meccani. Col trattato, che aprì le porte alla conquista della Mecca, i concittadini di Muhammad si arresero facilmente alla nuova religione dell'islàm.1.
Sakìna: tranquillità, quiete d'animo e di corpo, soprattutto stato di quiete interiore che predispone l'uomo a ricevere bene la rivelazione divina; ciò che procura tranquillità e fiducia. Donde: Aumentare sempre più nella loro fede. I musulmani avevano già acquistato una grande fede nel Dio unico, ma la vittoria conseguita con il trattato e l'entrata conquistatrice alla Mecca venne ad aumentare ancora di più la loro fede trasformandola in certezza di protezione.4.
Testimone, annunciatore, ammonitore. Tre dimensioni della profezia di Mahammad: testimone dell'aiuto che il Dio concede ai suoi fedeli; annunciatore della divina misericordia per quelli che si pentono e fanno il bene; ammonitore circa i castighi riservati ai cattivi.8.
I 1400/1500 aderenti all'islàm durante i negoziati cui si riferisce il capitolo promisero fedeltà al profeta mettendo la loro mano nella mano di Muhammad, secondo una antica usanza beduina.
< Ma > commentano gli autori musulmani < la mano del Dio era sulle loro mani, e il Dio accettò il loro giuramento di fedeltà alla nuova religione. >.10.
Comportamento dubbioso di alcuni beduini del deserto. Volevano vedere dove si arriverebbe, tra musulmani e meccani. Dopo avere saputo che le cose erano andate bene per Muhammad e i suoi seguaci, si scusarono di non averlo seguito, adducendo i pretesti più vari (lavoro, famigli, ecc.).11.
Storicamente: spedizione militare contro la colonia ebraica dei khaibar, alla quale poterono prendere parte solo i fedelissimi del trattato.15.
Commento di Blachère:
< Questo versetto e il seguente sono originariamente indipendenti dalle due corte rivelazioni che precedono e gli sono posteriori. Il nemico di cui si parla… non ha un volto. Secondo alcuni… si tratterebbe dei persiani, secondo altri dei persiani e dei romani (bizantini)… o addirittura della tribù araba degli Hawàzin… Questa ultima interpretazione pare la più plausibile. Se viene accettata, essa colloca il testo in un tempo posteriore alla conquista della Mecca, nel 630. Ma non esclude un'altra ipotesi: potrebbe trattarsi di un richiamo precedente la spedizione di Tabùk, contro la Transgiordania. In questo caso, la rivelazione sarebbe stata recepita prima dell'ottobre 630 >.16.
(Le Coran, op. cit., in loco.).
Sotto quell'albero ebbe luogo la cerimonia del bay'atu-r-ridwàni. L'analisi linguistica dei termini farebbe tradurre: Riconoscimento (del Dio come capo legittimo e del profeta come suo rappresentante) espresso con gioia (con desiderio di accontentare il Dio). 'A. Yùsuf 'Alì traduce:
< The Fealty of God's Good Pleasure: Il giuramento (fatto) per la gioia del bene del Dio >.
Un giuramento di fedeltà, insomma.18.
Si riferisce ancora alle trattative di cui si parla nel capitolo? O ai tentativi dei meccani armati per combattere i seguaci del profeta? O al pellegrinaggio effettuato l'anno dopo il trattato, durante il quale - come si è visto - non mancarono incidenti? Tutte le interpretazioni sono possibili.24.
I musulmani di Medina avevano portato gli animali destinati al sacrificio alla Mecca. I meccani non solo non lasciarono entrare gli animali nel recinto sacro, ma improvvisarono una scaramuccia, durante la quale corsero dei rischi mortali parecchi musulmani < nascosti, o incogniti > che risiedevano alla Mecca. Purtroppo tali musulmani nascosti o incogniti non portavano alcun distintivo della loro religione, e il rischi di un massacro sarebbe stato addirittura colpa dei musulmani di Medina.25.
Linguaggio di pietà. Per Blachère si tratterebbe della formula del giuramento pronunciata sotto l'albero della località del trattato. Per Bausani, si tratterebbe della variante della formula ormai consacrata con cui si iniziano le preghiere: < Con il nome del Dio, ricco in clemenza abbondante in misericordia > cui seguiva il riconoscimento di Muhammad Rasùl Allàh = inviato del Dio. Tale formula non piacque ai meccani. Muhammad, dando prova di molta saggezza, avrebbe detto < Con il nome del Dio > e < Io, Muhammad, figlio di 'Abd Allàh >. (Cfr. Blachère, Bausani, op. cit., in loco.).26.
Visione, o sogno. Pare che Muhammad avesse avuto una rivelazione onirica: sarebbe entrato nel sacro recinto della Mecca. Tale visione sarebbe avvenuta prima del trattato di Hudaibìya.
In shà' Allàh. Formula ottativa, ancora usata nel linguaggio comune dell'area islamica = Se il Dio vuole. Dalla stessa derivano, quasi con identico significato (non più sacrale, tuttavia) le espressioni iberiche ojalà (spagnolo) e oxalà (portoghese, brasiliano).27.
Sulle loro fronti… Metafora: il rito della grande prostrazione riempie l'animo di gioia, che risplende anche sulla faccia e sulle fronti. Ridicola l'interpretazione polemica occidentale che ogni tanto si sente ripetere ancora oggi: taluni musulmani portano una bozza sulla fronte, derivata dalla violenza con cui essi battono il capo contro terra durante la prostrazione.29.

XLIX
APPARTAMENTI INTIMI.
Con il nome del Dio, ricco in clemenza, abbondante in misericordia.
Voi, proprio voi che vi considerate credenti: non andate avanti alla mano del Dio né a quella del rasùl: continuate ad avere timore del Dio. Egli è colui che ascolta. Egli è colui che sa.1.
Ancora voi, che vi consideriate credenti: moderate il tono della voce, non alzandola al disopra di quella del nabì, e non parlate a lui ad alta voce come fate tra voi. Altrimenti le vostre opere buone diverranno sterili senza che ve ne avvediate.2.
In verità, coloro che sanno moderare il tono di voce in presenza del rasùl del Dio, sono proprio quelli di cui ha esaminato il Dio i cuori con l'intenzione di seminarvi la pietà. Perdono ad essi e ricompensa illimitata.3.
Ci sono anche quelli che invocano l'aiuto dalla parte esterna degli appartamenti intimi. Gente rozza, ignorante.4.
Un po' di pazienza, santo cielo! Almeno fino a quando tu ne esca ad incontrarli: ciò sarebbe meglio per loro, ché il Dio è quello che perdona, è l'abbondante in misericordia.5.
O voi, proprio voi che professate la fede, fate attenzione. Se si avvicina a voi un malvagio e sussurra un pettegolezzo, cercatene la fonte, ché non ci capiti di offendere alcuni per ignoranza e poi non vi dobbiate pentire del male fatto.6.
Sappiate, in verità, che tra voi si trova il rasùl del Dio. Se egli dovesse obbedirgli in troppe cose, chissà in quali peccati vi verreste trovare. Ma il Dio ha reso bellissima per voi la fede, l'ha abbellita nei vostri cuori, vi ha reso detestabili l'infedeltà e la perversità e la mancanza di tato. Quelli veramente sono guidati bene.7.
E' una generosa concessione del Dio, è un suo favore: di quel Dio che tutto conosce, molto saggio.8.
Può capitare che due partiti di credenti muovano guerra l'uno all'altro: siete, voi, gente di pace fra loro. Se uno dei due riesce a scavalcare l'altro, combattetelo fino a che cada all'ordine del Dio.
Se egli cade, allora siate uomini di pace fra loro con rettitudine. Il Dio apprezza molto chi agisce con equità.9.
Affrettatevi sono coloro che credono, e allora promuovete la concordia tra fratelli, e temete il Dio!
Mi auguro che vi sia stata clemenza.10.
O voi, ancora voi che avete fede: non prendetevi a gabbo gli uni gli altri! Tra gli scherniti ci sono,
forse, uomini migliori di quelli che scherniscono. Che le femmine non facciano le pettegole le une verso le altre… fra le additate a dito ci sono forse donne migliori di quelle che le censurano.
Non diffamatevi reciprocamente, e neppure scagliatevi appellativi ingiuriosi! L'aggettivo < empio >
È odioso fra credenti. Coloro che non si pentono sono i prevaricatori.11.
Voi, voi che avete fede! Evitate il giudizio temerario: esso è un peccato. Guai a voi se vi abbassate ad essere spie! Non sparlate gli uni degli altri: qualcuno di voi sarebbe forse soddisfatto se dovesse nutrirsi della carne del fratello morto? Che orrore, Signore! Abbiate timore del Dio: il Dio è benigno, egli è pronto al perdono, egli è misericordioso.12.
O voi uomini! Noi vi abbiamo creato da un maschio e da una femmina, poi vi abbiamo spartito in nazioni e tribù perché facciate reciproca conoscenza. Il più nobile di voi al cospetto del Dio è il più devoto. In ferità di Dio è il sapiente, colui che è informato, veramente!.13.
Eclamano gli A'rabu: < Ma non crediamo! >. Sprezzali: < Ma non è affatto vero! Affermate, invece: "Noi diventiamo muslimùna". In realtà, la fede è assai lontana dai vostri cuori >.
Se ascoltate il Dio e il suo rasùl, nulla egli vi toglierà del merito delle buone azioni. Il Dio è colui che perdona, il Dio è l'abbondante in misericordia, veramente.14.
Credenti sono quelli che hanno fede nel Dio e nel rasùl, e più non tornano a dubitare, e combattono coi loro beni e pagando di persona nel sentiero del Dio. Eccoli, gli alfieri della verità!.15.
(Questo non vuol dire che bisogna ammazzarsi per una fede detta da falsi profeti! Dio, dice, di non uccidere e di non uccidersi! OK.).
Poni loro questo dubbio: < Ma voi volete proprio insegnare al Dio la vostra religione? Il Dio sa perfettamente ciò che in cielo si trova e sulla terra, egli di ogni cosa è onnisciente.16.
I beduini ti stanno ricordando che sono diventati muslimùna come se ciò fosse stato un favore fatto a te! Rispondi aspramente: < Non ricordatemi che siete diventati muslimùna come un favore fatto a me! È il Dio, invece, che vi ricorda il favore che vi ha concesso, la grazia di essere diretti alla fede.
Siate almeno sinceri! >.17.
Il Dio, in verità, scruta il mistero dei cieli e della terra, il Dio vede perfettamente ciò che fate!.18.

PREGHIERA E VITA DI CULTO IN ISLA'M, Salàt.
Il Corano menziona un centinaio di volte la preghiera e la chiama con nomi differenti:
salàt (dall'aramaico < selota >, < nomen actionis > del verbo sl che significa, piegare)?
Il termine indicherebbe dunque il gesto di chi si piega nell'adorazione;
du'à, che significa < richiamo >,
dhikr ossia < ricordo continuo (del nome di Dio) >,
tasbìh, < glorificazione >.
La giornata dell'orante musulmano comprende cinque tempi di preghiera. Il primo è quello dell'alba (al fag'ir) prima che spunti il giorno con tutto il suo splendore. È una preghiera che consta di due < rak'at > obbligatori.
Dopo alcune formule obbligate (eguali in tutti i paesi musulmani) e i gesti della cerimonia, il fedele soggiunse una preghiera libera (du'à) i cui concetti sono molto belli e differiscono alquanto nelle altre ore dei tempi canonici: quello di zuhr (immediato pomeriggio, quando il sole comincia a declinare): di 'asr o primo pomeriggio; di mag'rib, o tramonto del sole e di 'ishà' (la notte).
Prima della preghiera il fedele è entrato in stato di haram (purità legale) purificandosi totalmente con il bagno completo se la sua coscienza era gravata di peccati gravi come misconoscere l'unità e unicità divina (ossia, per usare un'espressione cara ai musulmani "dare a Dio degli associati") e rifiutare il carisma profetico di Maometto. Qualora il peccato sia stato "veniale" (sonno profondo; ubriacatura; soddisfazioni sia sessuali che di necessità fisiologiche, mestruazioni del ciclo femminile) basterà fare un bagno parziale, lavando determinate parti del corpo. Bagno e abluzioni acquistano una loro validità ben precisa solo se sono preceduti dalla formulazione della niyya.
Dopo le abluzioni, accompagnate da formule che si riferiscono all'atto che si sta compiendo, il musulmano ascolta con riverenza la grande chiamata, adhan, del muezzino. La solennità del gesto, delle parole, della monodia che l'accompagnano, è veramente impressionante. La chiamata si svolge in sette momenti distinti: I° proclamazione della grandezza di Dio: "Dio è grande!" (Allàhu akbar). II° proclamazione della unità e unicità e unicità di Dio: "Confesso che non c'è dio se non il Dio". III° Annuncio del carisma profetico di Muhammad: "Confesso che Muhammad è il rasùl del Dio".IV° Invito alla preghiera: "Venite alla preghiera". V° Invito alla benedizione (da parte di Dio).
"Venite alla benedizione". VI° Ripetizione del tema iniziale: "Dio è grande!".
VII° Ripetizione riassuntiva della chiamata: "Non c'è dio se non il Dio". La preghiera è molto importante per la giornata dell'orante musulmano, ma riveste una importanza ancor maggiore nei tempi "forti" della vita spirituale musulmana: la festa settimanale del venerdì, con il raduno della comunità nella moschea principale per la solenne preghiera collettiva, a cui anticamente presiedeva il sultano; b) la festa ashurah (giorno 10 di muharram) che corrisponde al 2 novembre cristiano e al kippùr ebraico; c) la festa di mulùd, o nascita del profeta, il giorno 12 del terzo mese del calendario egiziano, d) la festa continua dei 29 giorni di ramadàn (tempo forte per eccellenza), e) la festa della notte del destino, il 27 ramadàn, quando il Corano discese dal cielo, f) la festa della rottura del digiuno ('id al fitr) al termine di ramadàn, g) la festa, infine, del sacrificio (ìd al kabìr = festa grande) durante la quale si sgozzano gli agnelli in commemorazione del sacrificio di Abramo: ricorre il 10 del dodicesimo mese egiriano, e corrisponde alla pasqua ebraico- cristiana (nel Senegal questa festa si chiama tabaski: da una corruzione fonetica di pàques, pasca?). La spiritualità della preghiera è stata commentata da tutti gli studiosi musulmani, e soprattutto dalle grandi scuole dei mistici (sùfi). "Sappi che l'uomo è talora elevato come un fulmine presso il trono di Dio, e si viene a trovare molto vicino a lui, quasi a lui aderente. Dal trono di Dio scendono sull'animo umano certe grazie di trasformazione divina che finiscono per dominarlo. L'uomo vede allora e sente delle cose che la lingua umana non sa descrivere. Quando la condizione in cui si era venuto a trovare e che ho comparato a un fulmine viene a cessare, l'uomo ritorna alla sua condizione precedente e si trova tormentato dalla perdita dell'estasi. Egli cerca allora di riprendere ciò che gli è sfuggito, e si mette, in questa terra, nella condizione la più vicina a quella che aveva raggiunto quando sembrava un fulmine. È la condizione accompagnata da gesti e da parole appropriate. La preghiera (avvicinamento a quello che l'uomo ha perduto ma che vuole riconquistare) consiste dunque in tre elementi: il sentimento di umiltà divina e della umile condizione umana per mezzo di parole e di espressioni convenienti, e infine la dimostrazione, con i gesti del corpo, del sentimento di umanità e di adorazione espresso con le parole. Per rendere omaggio a qualcuno, ci si alza e ci si gira verso l'obiettivo del nostro omaggio. L'uomo, davanti a Dio, si inchina e abbassa la testa per riverenza:
la testa è l'io che si piega davanti a Dio. E giacché l'uomo è molto imperfetto, egli attinge l'apogeo della devozione attraverso differenti tappe, che sono rappresentate dalle varie posizioni dell'oriente…".
Cfr. Walì-ullàh ad-Dihlawìy, citato in La priore des musulmans, Paris 1963, pp.1-2.

RAMADA'N v. PILASTRI DELL'ISLA'M
RASU'L v. NABI'.
Note alla sùra:
XLIX
"Vizi privati e pubbliche virtù"
Delizioso quadretto della vita musulmana ai primi tempi di Medina.
Il capitolo appartiene infatti al Md/. La creatura umana è sempre eguale. Il profeta, ora patriarca venerato dalla comunità, si sofferma, proprio come un buon paterfamilias, a denunciare taluni difetti quotidiani della comunità. Il musulmano, secondo il Corano, dovrebbe essere il più perfetto dei credenti di tutte le religioni celesti. Ma anche lui è un essere debole e fragile: la donna, poi, è considerata tradizionalmente come una pettegola che va in cerca delle novità, buone e meno buone, per abburattarle e presentare alle comari il fior fiore dei suoi ripensamenti femminili.
Da un punto di vista strettamente sociale è uno dei capitoli più interessanti del Corano. Muhammad (al contrario di ciò che aveva affermato la critica polemica antimusulmana) non era affatto sciocco,
ma acuto investigatore delle debolezze umane. Sia come profeta, sia come paterfamilias della nascente comunità, si sofferma sui dettagli più intimi della vita quotidiana.

Si legga: non siate vanitosi in parole e in opere mentre pregate (andare avanti alla mano del Dio… a quella del profeta) nella moschea o in cerimonie pubbliche. Oppure: non anticipate presuntuosamente gli ordini e i desideri del Dio manifestati dal profeta, attenetevi agli ordini che vi verranno impartiti. O ancora: non siate impazienti nelle vostre azioni di bene. Ogni cosa al suo tempo.1.
Rispetto dovuto all'autorità, soprattutto quella religiosa. "Alzar la voce" davanti al profeta (o a qualche anziano della tribù) è grave mancanza di rispetto e di educazione. Il prestigio morale del padre o dell'anziano è ancora assai grande nell'area islamica. Un figlio, anche maggiorenne, non oserebbe mai accendere la sigaretta davanti al padre anziano, a meno che questi non gliene abbia dato il esplicito consenso.2.
Discorso analogo al precedente. Si aspetti che il profeta esca da casa (dagli appartamenti intimi) per esporre i propri problemi. Non è elegante trattare l'inviato come si tratta uno della stessa categoria sociale o un inferiore. Qui si accenna ad un caso particolare in cui c'entra Muhammad, ma le norme della buona educazione dell'area semita sono molto più antiche. Il berciare rozzamente fuori di casa di uno cui si vuole parlare è indice di mancanza di buon senso e di educa educazione.4.5.
Altro invito alla mediazione. Senti una calunnia? Cercane la fonte prima di procedere. Fatto storico, narrato dalla tradizione? La tradizione stessa è poco convinta della realtà dell'episodio.6.
Commento musulmano: le dispute fra individui sono più facili da risolvere che quelle tra gruppi famigliari, sociali o nazionali. La comunità islamica sparpagliata nel mondo dovrebbe sempre fare da mediatrice di pace: se è tirata per i capelli in mezzo alla disputa, ha il dovere di difendersi, giacché i principi che la guidano sono allo stesso tempo spirituali e temporali. Ma una volta riportata la vittoria, deve comportarsi con equità nei confronti dei vinti. Molti consessi internazionali per la pace non approdano a nulla perché hanno in vista solo il bene temporale di famiglie, di società e di nazioni, scordando quello spirituale.9.
Deliziosa ammonizione: attenti alle parole!
Ridere e scherzare con gli altri va bene e può anche rilassare, ma non è giusto ridere e scherzare degli altri, soprattutto dei loro difetti. Quelli altri possono essere migliori di noi.11.A.
La donna non si lasci andare al solito vezzo del pettegolezzo: quanti mali ha procurato all'umanità
Quel maledetto vezzo femminile (ma non soltanto femminile!).B.
Si evitino sia gli insulti gravi che i nomignoli ridicoli.
Ciò che determina, in arabo come in altre lingue non semitiche, l'insulto e il nomignolo si deve far risalire alla ripugnanza che taluni difetti ispirano. Quelli fisici sono collegati a una sorte di timore superstizioso molto simile a quello che si accompagna alla menzione della malattie; i morali si riallacciano alla concezione etica della società in cui il parlante vive. Proibire l'insulto e il nomignolo è, tutto sommato, una interdizione linguistica in cui vengono usati, in maniera più o meno ampia, i moduli di sostituzione (Cfr. Galli de'Paratesi N., Le brutte parole: semantica dell'eufemismo, op. cit., p. 183 sgg.).11.C.
Il calunniatore è simile al cannibale. Non ci sono prove attendibili per affermare che nella più remota antichità araba ci siano stati casi di cannibalismo.12.
A'rabu = tribù beduine del deserto che abbracciavano l'islàm per convenienza, ma senza una metanoia interiore. Forse riferimenti a tribù specifiche, che diventavano musulmane in caso di carestia per beneficiare della carità dei fratelli.13.

Note alla sùra L
Noi siamo più vicini all'uomo che la sua stessa aorta!
Capitolo del Mc/2°. È importante soprattutto per la mistica musulmana che è partita dal vv. 16 (citato nel sottotitolo) per enunciare talune locuzioni teopatiche (come nel caso del celebre martire Al Hallag') e per formulare tutta una teoria dell'amore reciproco tra il Dio e l'uomo.
Il resto del capitolo si snoda normalmente senza grandi scosse e senza grosse sorprese, come capita in questi capitoli centrali del libro sacro.
Il titolo è rappresentato dalla consolante qàf. Si tratta di una delle solite lettere magiche. I commentatori musulmani vorrebbero dare al capitolo il significato seguente:
" Laffare è stato decretato".
La frase araba inizia appunto con la lettera qàf: Q(udhiya -l- amru). Corano stupendo: l'aggettivo è mag'id = glorioso. Uno degli aggettivi più belli che accompagna il nome di Corano, oltre a quello notissimo karìm = generoso.1. Mundhir: dal radicale vocalizzato nadhara: avvisare qualcuno affinché faccia o non faccia un'azione. Quindi: colui che avverte, apostolo, predicatore (era anche il nome proprio di un re arabo di Hira).2.
Frase lasciata in sospeso, ellittica. Si comprende facilmente la seconda parte consequenziale: dubbio circa la risurrezione. 12-13. Genti menzionate parecchie volte nel Corano. 16. Ho tradotto aorta, perché termine più noto all'anatomia contemporanea. Quasi tutti i traduttori occidentali parlano di vena giugulare. La vena (le vene) giugulare è quella che raccoglie il sangue refluo dalla faccia e lo versa nei tronchi brachiocefalici, dai quali passa nella grande vena cava discendente. Le vene giugulari sono due per ogni lato della gola: esterna e interna. L'interpretazione musulmana è del tutto spiritualista: la corrente sanguigna che circola nel corpo è veicolo di vita e di coscienza. Il Dio è più al corrente di noi sulla situazione interna (spirituale) del nostro sentire e del nostro operare.
Bellissima espressione che ricorda a ogni momento la onnipresenza e la onniscienza del Dio.
Frase spesso ripetute anche durante le preghiere quotidiane.16.
Si tratta di due angeli, collocati rispettivamente alla destra e alla sinistra della creatura umana.
Teoria angelica assai antica. Si tratterebbe di Munkar e Nakìr (come opina il Bausani) i quali registreranno la deposizione dell'uomo nel giudizio individuale al momento della morte? O di angeli accompagnano l'uomo nel nella vita?
La fede negli angeli che giudicano il defunto subito "post mortem" è radicale.17.
Schiavi. Il termine al singolare è 'abd, che può assumere sfumature diverse, ma che abbiamo sempre tradotto schiavo, giacché i rapporti uomo/Dio nel Corano e nell'islàm hanno avuto questa annotazione antropologica di rapporti schiavo/padrone. Tuttavia il plurale del termine 'abd è doppio: 'abìd = tutti gli schiavi del Dio (razionali e irrazionali), 'ibàd = gli sciavi volontari del Dio,
i suoi devoti, i fedeli, ecc.29.
Prescrizioni circa la preghiera canonica. "Dopo aver compiuti i riti liberi che seguono il sug'ud.
Si legga: dopo aver compiuto i riti di obbligo o liberi della prostrazione solenne, ricordati ancora del Dio durante tutto il tempo che il tuo cuore ti suggerirà. Viene insinuata la necessità della preghiera libera, che il musulmano può e deve compiera.39.40.

MEDINA.
Medina. Yathrib, la futura Medina (madìnatu -n-nabì = città dell'inviato) era un ricco centro agricolo, opulento di oliveti, di palme dattilifere, di grano. Le acque erano abbondanti, la irrigazione felice (canali dell'oasi e fiumiciattoli). Due tribù rivali (gli Aws e i Khazragi), dopo avere spodestato l'elemento ebraico, un tempo dominante, se la contesero e si logorarono a lungo in guerra fratricida, fino all'avvento di Muhammad profeta e legislatore.
Oggi Medina, a circa 400 Km a nord di Mecca, è la seconda città dell'islàm.
Qui è sepolto Muhammad. I devoti musulmani che si recano in pellegrinaggio alla Mecca, non tralasciano quasi mai di recarsi anche a Medina.
MISR. Il nome arabo per indicare l'Egitto. Lo abbiamo lasciato così nei testi tradotti. Incontriamo per la prima volta il radicale m+s+r = Egitto, in Genesi: nell'enumerare la discendenza dei figli di Noè (Genesi 10:6,13) si cita fra quelli della stirpe di Cam (o Cham) anche Misrajim. In arabo egiziano dialettale si dice pure Masr. Il toponimo si applica anche alla città del Cairo (cfr. analogie toponomastiche con le parole arabe che indicano a un tempo stesso il paese e la sua capitale:
Tùnis = Tunisi e Tunisia, Alg'azà'ir = Algeri e Algeria).
MU'SA'. Nome arabo di Mosè. Non staremo a farne la storia nel Glossario. Il Corano parla moltissimo di Mosè: ad ogni capitolo abbiamo messo abbondanti note esplicative. NABI,RASU'L.
Profeta, inviato. Ne parliamo ampiamente nei commenti al testo. Il primo termine indica profeta, il secondo inviato. Se tutti gli inviati sono anche profeti, non è vera la proposizione contraria. Gli inviati sono coloro che hanno portato una legge nuova, accompagnata da un libro venuto dall'alto. Per il Corano gli inviati (rasùl, plur. rusul) sono: Adamo, Noè, Abramo, Mosè, 'Isà il Messia e Muhammad. L'elenco cranico dei profeti/inviati è il seguente (viene ripetuto nel capitolo dedicato ai profeti):
A'dam = Adamo
Nùh = Noè
Ibràhìm = Abramo
Ishàq = Isacco
Ismà'ìl = Ismaele
Lùt = Loth
Ya'qùb = Giacobbe
Yùsuf = Giuseppe
Mùsà = Mosè
Hàrùn = Aronne
Dàwùd = Davide
Sulaymàn = Salomone
Ilyàs = Elia
Al Yasa' = Eliseo
Aiyùb = Giobbe
Dhù-l-kifl = Giosuè? Giobbe? Figlio di Giobbe?
Yùnus, Dhù-n-Nùn = Giona
Idrìs = Enoch? Esdra?
Zakàrìyà' = Zaccaria
Yahyà = Giovanni (il battezzatore)
Maryam = Maria
'I'sà = Gesù
Muhammad = Maometto
Hùd, Salìh, Shu'aib: questi tre ultimi sono rusul arabi.

NASA'RA'. Dal radicale vocalizzato na+sa+ra (che alla prima forma verbale significa: aiutare, assistere, liberare, rendere vittoriosi) alla seconda forma verbale: cristianizzarsi, rendersi, cristiani. Abbiamo quindi un singolare nasranì e un plurale nasàrà = cristiani. Il termine era forse ristretto a quei cristiani che vivevano nelle chiese di oriente. Per l'occidente (cristiano o meno) esisteva il termine rùm = romano, bizantino, ecc. Lo abbiamo lasciato nel Corano come era in arabo.

PARADISO v. G'ANNAT
NOMI DIVINI (Al-asmà' al-husnà). Il Corano abbonda nell'accompagnare il nome del Dio con aggettivi e attributi pieni di devozione e di rispetto. Formano talora la parte finale dei versetti (il lettore se ne accorgerà da solo). La pietas musulmana li recita spesso, servendosi di un rosario (subha). Ne recita soltanto 99, giacché il 100° è "ineffabile", è lo stesso Dio, Allàh. Tra i 99 nomi ricorderemo i più usati: misericordioso, clemente, amabile, creatore, custode, re, provvido, saggio, onnisciente, perdonate, vivente, uno/unico, eterno, veggente, potente, decretante, invisibile.
Il musulmano fa scorrere 33 grani del subha recitando 33 di questi nomi (in realtà non tutti li sanno a memoria e si accontentano di recitare 33 volte lo stesso nome: per es.: << Il Dio è re, il Dio è re,
il Dio è re, ecc. >>, poi continua con gli altri 33+33 grani, fino al termine del subha. Li può ripetere all'infinito. NU'H. Il biblico Noè, con la narrazione dell'arca e del diluvio. Figura molto popolare nel Corano e nella tradizione agiografica posteriore. Nome che viene dato ancora oggi a uomini musulmani. Deriva dall'ebraico Nòah che a sua volta lo ha mutato dal veterobabilonese Nuhija.
La narrazione BIBLICO/CORANICA del diluvio ha riscontri in precedenti saghe della logosfera semita. Cfr. le antiche mitologie, soprattutto quella sumero-accadica di Ziusudra.
Note alla sùra CXIV
E ora si chiude… Con il presente capitoletto si chiude il Corano. È un capitolo "pétillant", vivace e sicuro, anche nel "ductus" della prosa ritmata o rimata.
Appartiene al Mc/1° e pare uno dei più antichi. Richiama ancora una volta alla fede nel Dio protettore contro le insidie del male. Viene usato come talismano contro le disgrazie della vita: molti bimbi lo portano al collo come un amuleto, scritto su pergamena o su carta assai forte. Non è di difficile interpretazione, dopo tutto quanto è stato spiegato e commentato nei capitoli precedenti.
Anche la preghiera quotidiana dell'islàm se ne serve per la ripetizione liturgica in determinati momenti del giorno, e la prima parte, con cui si chiede l'aiuto dell'altissimo, serve come formula introduttiva ad atti ufficiali di culto e di studio.
Bisbiglia.1. Abbiamo ampliato la traduzione del verbo "qul", imperativo di "qàla", il cui valore di funzione riferenziale è semplice: dire, con tutte le accezioni che il verbo implica.
Mi rifugio: il verbo arabo significa < chiedere rifugio e sicurezza >.
Lo stesso verbo era già stato usato nel capitolo di Maryam.
Nel Signore: in questa fase della < rivelazione > si usa ancora il termine il termine "rabbu" col significato di < Il Dio > invece di Allàh.
Rivela arcaicità di linguaggio, come in altri capitoli dello stesso periodo.
Degli uomini: dell'arabo: nàs. Dal radicale anisa, che nella quarta forma significa: conobbe, vide.
Di qui il termine insànun, al plurale nàs(un) collettivo homo, anthropos, derivante da una forma arcaica ebraico-siriaca usata solo dai poeti preislamici. Da insànun deriva a sua volta il verbo denominativo che indica: è stato umano, affabile. In sostanza: si tratta di nome collettivo indicante l'umanità in senso globale. (Cfr. Nallino C.A., Chrestomathia Oorani arabica, Roma 1963; Barth J.,
Sprachwissenschaftliche Untersuchungen zum Semitischen, Berlin 1977, volume I, p. 339.)

IL CORANO II
Dio degli umani. E' usata la formula arcaica ilàha.3.
Malizia di quello che blandisce: dall'arabo: al-waswàs (i): sostantivo dal verbo quadrilittero waswasa = sussurrare, mormorare, tentare. Il nome è diventato sinonimo del satana, che compie l'azione di sussurrare all'orecchio e quindi di far sentire parole di tentazione. Furtivo: dall'arabo: al khannàs(i) = colui che è sempre pronto a scomparire, a volatilizzarsi.
È un altro nome del satana islamico.
Sirena al cuore degli umani. La seconda traduzione è più letterale.
Il cuore: qui si tratta piuttosto di petto. Dall'arabo "sudùr = petti", dal radicale SADARA = è andato avanti, ha proceduto (nel suo viaggio).5.
Il satana può trovarsi sia tra i spiritelli maligni/benigni (ma in questo caso tra quelli maligni), sia tra gli uomini che lo servano.
La bellezza nascosta della poesia araba e della prosa rimata o ritmata si incontra appunto nella sua origine. In un ambiente geograficamente isolato, dove ogni essere umano cerca l'appoggio e la solidarietà dell'altro, qualunque sia la sua specie, assimilando e accompagnando il carattere e le azioni col ritmo uniforme della solitudine, uomo e cammello imprimono la stessa cadenza del passo alle operazioni del cervello, e di qui risulta una cantilena particolare dalla quale subito si è sviluppata la ricchissima matrice araba preislamica. È teoria consacrata dalla tradizione che i primi poeti arabi hanno inventato la loro metrica a dorso di cammello… Ma la metrica araba, sia in poesia che in prosa ritmata, potrebbe essere anche un perfezionamento, delle antiche saghe arabe pagane, che sopravvissero fino all'inizio dell'islàm e che ne influenzarono l'aspetto formale (anche se non contenutistico) e che sono durate fino ai giorni nostri.

NOTA ALLA SU'RA
CXIII
Preghiera dell'alba
Come in trasparenza di filigrana, il devoto musulmano recita questa preghiera quando sorge il nuovo giorno. Si tratta di una preghiera cosmica. L'alba, il tramonto del sole, il sorgere della notte: elementi comuni a pochi abituati a vivere a contatto con la natura. Elementi che traggono la loro origine dalla raffigurazione mitica del mondo, di tipo semita. Si considera il mondo articolato in tre piani. Al centro si trova la terra, sopra di essa il cielo, e sotto gli inferi.
Il cielo è l'abitazione del Dio e delle figure celesti, gli angeli; il mondo sotterraneo è l'inferno, il luogo dei tormenti. Ma non perciò la terra è unicamente il luogo dell'avvenimento naturale-quotidiano, delle sollecitudini, cioè, e del lavoro: è anche il teatro di azione delle potenze soprannaturali, del Dio e dei suoi angeli, del satana e dei suoi demoni. Le forze soprannaturali agiscono sugli avvenimenti naturali, sul pensiero, sulla volontà e sull'operare dell'uomo.
L'uomo non è padrone di se stesso; i demoni possono impadronirsi di lui, e il satana gli può ispirare cattivi pensieri, ma anche il Dio può guidarne il pensiero e la volontà. (Cfr. Bultmann R., Neues Testament und Mythologie, traduzione italiana a cura di Tosti L. e Bianco F., Nuovo Testamento e mitologia, Brescia 1973, pp. 103) sgg.) Il capitolo apparterrebbe alla fine del Mc/1° o all'inizio del Mc/2°. È quindi arcaico. Il titolo è stato variamente tradotto:
Aurora
Alba
Fonte
The Dawn.
Abbiamo preferito La rottura (della notte), più aderente, in sede semantica, al verbo falaqa = rompere. Il ductus ritmato è facile e bello.
Primo. Annuncia: dall'arabo: qul = di' tu (o Muhammad).
Signor dello splendore dell'aurora che rompe le tenebre. Ampliazione semantica dell'arabo
<< Signore della rottura >>. Si tratta della rottura della notte (o del cielo) per il sopraggiungere dell'alba, ma potrebbe anche trattarsi della rottura della terra per il processo di germinazione dei semi. Oppure, secondo i commentatori musulmani, della rottura delle tenebre dalla non-esistenza alla luce della esistenza. O dalla morte terrena alla vita eterna (simbologia mistica).
Secondo. Riferimento all'onnipotenza creatrice della divinità, che lascerebbe il male sulla terra affinché ne venga il bene? Non è chiara la l'interpretazione.
Terzo. Letteralmente: Contro il male di una oscuratesi (notte) quando si corica (il sole). Il verbo si riferisce al tramontare del sole. Si tratta di una preghiera di protezione contro le paure notturne.
Quarto. Allusione a pratiche di magia simpatica: donne, maghe che facevano nodi sui quali poi soffiavano per attaccarvi il sortilegio.
Abbiamo visto il fenomeno nell'area bandu dell'Africa orientale: una stregonessa che non esercitava più la professione ma che, su nostra richiesta, fece gli esorcismi rivelandoci cose occulte che datavano da anni. Anch'essa soffiò su nodi di corda. Cfr. il virgiliano… iniciunt ipsis ex vincula sertis… (Lo stringono con vincoli fatti con le stesse corone) (Ecloga 6,19).
Quinto. Dall'arabo: Contro il male di un invidioso quando invidia. L'invidia, tradotta in azione, cerca disperatamente di distruggere il benessere materiale o spirituale della gente fortunata. Contro di essa non c'è altro rimedio che la fiducia nella dività.

ANALISI FORMALE (Maria Rosso Gallo)
Negli ultimi anni si è giunti a una definizione più precisa di ciò che significhi << poesia >>, grazie a alcuni studi che hanno completamente rivoluzionato i concetti tradizionali. Se da un lato Avalle ribadisce che gli aspetti propriamente formali, quali la struttura fonica, la rima, il verso, ecc.,
<< costituiscono delle pure astrazioni, degli schemi sprovvisti di significato >>, (1) dall'altro, invece, Agosti ha pienamente e brillantemente dimostrato che proprio questi elementi sono responsabili di un messaggio specificamente poetico, che sgorga appunto dal rapporto che si instaura tra i significanti. (2)
Ora, proprio queste considerazioni ci aprono una nuova prospettiva nel campo delle analisi craniche: infatti, si è più volte parlato della musicalità delle << sùre >>, ma probabilmente la sua funzione non è mai stata esaminata al di là del suo aspetto più superficiale; vorremmo dunque, pur senza pretendere l'esaustività, cercare di capirne il significato più profondo. A tale scopo prenderemo come saggio-campione un brevissimo testo, la Sùra << Voto del culto sincero >>.
qul huwa-llàhu ahadun
allàhu-s-samadu
lam yalid wa lam yùlad
wa lam yakun lahu kufuan ahadun.
Questo brevissimo testo si compone di quattro versetti che si basano su una struttura metrica quasi regolare (7+5+7+7) e terminano concordemente in, ad; anzi, il primo e l'ultimo ripetono addirittura la stessa parola, ahadun. Non si tratta però di una rima tautologica, in quanto alle coincidenze fonetiche si accompagnano significati diversi: infatti, se nel primo caso si ha un predicato nominale riferito al Dio, nel secondo si tratta di un pronome indefinito.
Si può leggere in proposito quanto nota Lotman: << La rima tauto-logica, che ripete anche la risonanza e il significato della parola rimata, dà un'impressione di povertà. La coincidenza sonora accompagnata da differenza di significato determinava invece una ricca musicalità >>. (3)
Possiamo quindi trarne una duplice constatazione: se da un lato la musicalità del Corono denuncia una base al quanto raffinata, dall'altro è evidente che non è fine a se stessa, in quanto si ripercuote sulla intelaiatura del senso.
(1) D'Arco Silvio Avalle, Modelli semiologici della commedia di Dante, Milano 1975.
(2) Stefano Agosti, Il testo poetico. Teoria e pratiche d'analisi, Milano 1972.
(3) Lotman Jurij M., La struttura del testo poetico, Milano 1976, II edizione.
Tornando ad ahadun, come si è detto, dalla coincidenza fonetica scaturisce una differenza di significato, ossia si sottolinea l'opposizione basilare tra il Dio (unico ed eterno) e l'uomo (indicato genericamente con l'indefinito). Ciò implica anche l'opposizione tra gli attributi propri all'uno e all'altro, in modo particolare tra l'unicità e la pluralità, tra l'eternità e la mortalità. Le coincidenze fonetiche non sono però limitate alla sola rima: in primo luogo si può notare la ripetizione del lessema Alla'hu nel primo e nel secondo versetto, richiamato nell'ultimo dall'unione della proposizione e del pronome lahu (=a lui), che presenta esattamente gli stessi suoni.
Nella seconda parte della su'ra si scandisce la negazione lam (= non): se nei primi due versetti si enucleavano i principali attributi del Dio (l'unicità e l'eternità), ora, invece, si sottolineavano le differenze, ovviamente inglobate nell'opposizione Dio/uomo. Si ha insomma un capovolgimento, in cui le negazioni del terzo versetto sono simbolo di positività, giacché il generare e l'essere generati sono indici di imperfezione.
Dio, insomma, è la vita, mentre l'uomo ha in sé la morte: ma la vita, per essere tale, deve avere l'attributo dell'eternità, ovvero non avere né inizio né fine.
L'ultima negazione, riferita all'uomo, è invece situata nel campo della negatività, poiché sottolinea una mancanza, una limitazione.
A questo proposito si può notare che lam + un verbo all'energetico-iussivo indica grammaticalmente una negazione nel passato; ma spesso è bene correlare la grammatica con la logica: la negazione di un'azione che ha radici nel passato in questo contesto ribadisce il concetto di eternità, giacché distrugge il << prima >> e il << poi >>, e quindi si colloca in un contesto extratemporale, senza inizio e senza fine.
Il terzo versetto è << giocato >> sulla variazione dell'apocopato del verbo walada (= generare), prima all'attivo, poi al passivo: attività e passività, in quanto riferite al solo uomo, formano una sottoarticolazione semica, che si oppone ad un'azione che ha gli attributi dell'assolutezza, non essendo né suscitata, né subita.
Tornando ai discorsi fonetici, è possibile sottolineare alcune coincidenze parziali: per esempio tra:
HUwa, allàHU e laHU. Il primo e il terzo di questi elementi devono il loro accostamento alla comune matrice grammaticale (il pronome di terza persona singolare); il fatto che la stessa sillaba hu ricorra anche in Allàhu ha implicazioni più profonde.
Innanzitutto fa sì che la proposizione nominale huwallàhu formi un blocco solido e compatto, contrassegnato in apertura e chiusura dagli stessi fonemi: tale proposizione, insomma, è il nucleo fonetico e logico del testo, tanto che ha ripercussioni anche sul terzo e quarto versetto:
huWA-LLA'hu: WA LAm.
Proprio nella compiutezza e nella assolutezza data dall'unione del pronome con il nome di Dio, constatiamo che l'opposizione Dio/uomo non ha alcuna ragione d'essere. << Egli è il Dio >> è tutto ed è più che sufficiente; l'uomo accogliendo l'invito a pronunciare questa frase riconosce la sua piccolezza è china il capo di fronte alla superiorità divina: attua insomma, molto concretamente, una neutralizzazione di tutte le opposizioni discendenti dal confronto tra la divinità e l'umanità.
Tale neutralizzazione è poi ulteriormente ribadita dall'aggettivo ahadun, unico: abolisce così ogni pluralità, ogni possibilità di confronto, ogni sdoppiamento.

CXIII
La rottura: con il Dio, ricco in clemenza, abbondante in misericordia.
1. Annuncia: << Ecco, cercando vado protezione nel Signor dello splendore dell'aurora che rompe le tenebre,
2. contro il male di ciò che egli ha creato,
3. contro il malessere della notte allorché imbrunisce e il sole tramonta,
4. contro la malizia di donne soffianti su nodi marini,
5. contro la trappola dell'invidioso allorché si macera nell'invidia >>.
CXII
Voto di culto sincero: con il nome del Dio ricco in clemenza, abbondante in misericordia.
1. Inneggia: << Lui! Il Dio! egli è unico!
2. Il Dio è il samadu.
3. Non genera e non è generato.
4. Nessuno gli è uguale >>.

Note alla sùra CXII
Il << cuore >> dell'islàm
Quattro versetti. Densità di contenuto. Ricchezza di Formgeschichte.
Questo capitolo, che molti definiscono il cuore dell'islàm è di una importanza eccezionale, in proporzione esattamente inversa alla sua brevità. Vi si condensa, in nuce, la tematica della unità/unicità del Dio e il rifiuto categorico di ogni asscociato alla divinità. Una lettura stratificata del testo può darci i seguenti risultati: a) a livello formale: in poche parole abbiamo un compendio di tutta la difficile grammatica araba (l'amico professor El Ayed dell'Università di Tunisi ce lo aveva decodificato a scuola, dedicandogli parecchie lezioni); b) a livello contenutistico: solenne affermazione di monoteismo semita contro il polidemonismo meccano (punto di partenza da non dimenticare); c) a livello di tradizione: presa di posizione del Corano nei riguardi della trinità cristiana. Ma tutti i commentatori occidentali sono convinti del fatto che Muhammad non intendeva affatto pronunciarsi in maniera polemica contro la trinità cristiana: si tratta di una interpretazione a posteriori che, confronta con altri passi coranici, può avere una sua validità. E' antichissima del Mc/1° e per questo assai importante. I traduttori occidentali propongono vari titoli:
Culto sincero (Bausani, Bonelli)
Puretè (Hamidulla'h)
Culte pur (Masson)
Culte (Blachère)
Purity (Abdallah Y. Alì)
Bekenntnis zur Einheit Allahs (Ullmann).
Altri

 

 

 

Politiche e le religioni, fanno delle grandi dittature.
Cristiani o Cattolici ? (Sono i Cattolici, i discendenti degli Apostoli ?) NO !
Perché ? Perché hanno fatto crociate, sante inquisizioni, bruciate persone vive, anche quelle persone che leggevano le Sacre Scritture e che volevano avvicinarsi a Dio.

I TRE MAGI
Magio, significa antico sacerdote persiano. I magi, nella Bibbia, cioè, la parola di Dio;
I tre re; che guidati da una stella, partirono dall'Oriente, per adorare la nascita di Gesù, che poi divenne il Cristo. La spada dello spirito, è la parola di Dio, detta da Gesù, la sentirono tutti,
Cristiani e non. (I Cattolici la conoscono, ma fanno di tutto per non farla conoscere)
La parola di Dio è Gesù , Gesù è venuto qui sulla terra, per renderci liberi da ogni peccato; (Se lo vogliamo) Ora siamo battezzati per nostra scelta, abbiamo chiesto perdono dei nostri peccati
a Dio padre, sempre tramite e in nome del suo figlio Gesù Cristo e solo nel suo nome, possiamo essere perdonati.(Dio ci ha perdonati, siamo liberi e senza peccato).L'uomo è peccatore, se vuole
e anche se non vuole, davanti a Dio siamo sempre in peccato, ma grazie a Gesù, che intercede e fa da avvocato per noi, siamo perdonati, se siamo pentiti, veramente, dei nostri peccati.
Dio ci ha battezzati con il suo Spirito Santo. Non ci si battezza più in acqua, ma in spirito.
Ora siamo Cristiani. (non cattolici-Apocalisse 22:18,19) In caso che peccassimo, dobbiamo chiedere perdono a Dio, solo tramite suo figlio Gesù il Cristo; Amen. I veri Cristiani gli hanno uccisi tutti, quasi tutti, fisicamente e spiritualmente; questi falsi Cristiani, cioè i Cattolici, anche se sono passati quasi 2000 anni, continuano fare idolatria, ma, non solo loro sono morti, ma fanno morire anche tutti quelli che cercano Dio, cercando di far si, che le persone adorano idoli, santuari, Lourdes, ecc. (padre Pio) sant'Antonio da Padova; questo non è scritto nelle Sacre Scritture.
Ora anche nei nuovi film biblici, modificano la verità delle Sacre Scritture, Dio le renda merito!
(O si ascolta Gesù, o si ascolta i Cattolici) (O si è Cristiani, o si è Cattolici) (scegli bene anche Tu)
(i Cattolici dicono di essere Cristiani, ma che testimonianza danno?) parlano di tutto, anche di politica, un vescovo dice una cosa e puntualmente un altro vescovo dice l'incontrario, cosi uno o l'altro, comunque vadano le cose ha ragione e smentiscono quello che le fa comodo.
E quando un prete pedofilo rovina un minorenne, per punizione, lo mettono in un'altra chiesa più lontana, e là, sarà accolto come un santo sacerdote, diciamo che con la sua filosofia rovina tante persone che avrebbero avuto una vita felice e normale, se non fosse per questi mostri.
Le suore, che si fanno chiamare con un altro nome, affinché non siano riconosciute e tante di loro sono delle prostitute prese dalla strada, se ne servano per educare i bambini negli istituti, quei bambini, che perché hanno un'altra religione, il prete con l'assistente sociale gli prende e togliendoli dai propri genitori li portano nell'istituti, dove sono educati dalle suore che quando escono dall'istituto, che la regione paga con grandi some di denaro, tasse dei cittadini, escono vuoti e senza anima, si pensa che fanno degli esperimenti con medicinali nuovi, su questi bambini.
Noi Cristiani, andiamo a parlare con Dio solo tramite Gesù, e non in nome di altre persone, come ad esempio: tramite, santi, madonne e tutto quello che ci hanno fatto credere i Cattolici, cioè, i falsi Cristiani. (Noi vogliamo essere dei veri Cristiani) (Io voglio essere un vero Cristiano)
La madonna non può essere la madre di Dio, perché, Dio è il padre di Gesù, figlio di Maria, a questo punto, se la madonna fosse la madre di Dio, sarebbe la nonna di Gesù.
Maria, è stata scelta da Dio, per la nascita di Gesù, affinché Gesù, come uomo perfetto,
come era Adamo, è venuto sulla terra per liberarci dal peccato, sia quello di Adamo, sia quelli nostri; grazie a Gesù , noi siamo quasi tutti salvati. L'ordine che Dio ha dato a Maria, tramite gli angeli, di rimanere incinta, facendole conoscere che suo figlio veniva per salvare tutti i peccatori,
Maria ha accettato, essendo stata scelta da Dio per la nascita di Gesù . (come: Noè, Mosè, e Abraamo e tanti altri profeti. (La legge è lo specchio del peccato) (chi conosce la legge sa quando sbaglia) (chi conosce la legge e insegna cose sbagliate, è un ipocrita).
Ora, una volta che siamo pentiti veramente dei nostri peccati, e che abbiamo fatto una scelta giusta
e una vera CONVERSIONE, possiamo chiedere a Dio tutto quello che vogliamo, e lui, Dio, ce lo darà, solo se lo chiediamo tramite suo figlio Gesù il Cristo, e non tramite altre persone o santi o madonne.(inventate dai falsi Cristiani, cioè, i Cattolici) (Gesù ha, quattro fratelli carnali e sorelle).
(Maria non ha fatto mai un miracolo e ha condotto una vita come tutte le madri)
Maria non può intercedere per noi, solo Gesù lo può fare. I papi, i vescovi, i cardinali, i preti, i frati, monache e tutte le altre religioni sono tutte, una contro l'altra; si ammazzano, nessuna religione è Cristiana. I Cattolici sono la sola guida spirituale ufficiale, allora perché non hanno insegnato la parola di Dio e di Gesù in 2000 anni ??! Perché? (quanti ladri e criminali ci sarebbero in meno, se i papi, cardinali, vescovi, preti avessero insegnato la Verità). (Invece di fare la santa inquisizione).
Hanno tutto sotto controllo, questi falsi Cristiani, fino a che i popoli non si svegliano e capiscono l'astuzia che stanno facendo a danno di tutta l'umanità, l'oro pretendono di essere la continuazione
dei Veri Cristiani e fanno un miracolo dietro l'altro, in verità, il suo Dio è satana e tutti questi miracoli sono opere di satana. (allora perché non hanno insegnato la parola di Dio), Perché quando Satana ha tentato Gesù, e le ha detto: se mi ubbidirai, e ti prostri davanti a me, tutto questo sarà tuo e ti baciano le mani e sarai ricco e ti porteranno sulle spalle, sarai esaltato,
Gesù disse di NO!, mentre i papi, i cardinali, i vescovi Cattolici dissero di SI!. Per insegnare la parola di Dio, non occorre fare un'istruzione in un seminario, un'istruzione che poi si è schiavi e male istruiti, come tante altre religioni. Ora fanno di tutto per far morire Gesù Cristo, anche
spiritualmente e sostituirlo con l'idolatria e con preghiere ripetute, a santi, vescovi, papi, che hanno fatto morire tante persone, nell'inquisizione. (il papa non è il Dio in terra)!
Loro sanno, di non poterla avere, la verità, e di essere perduti, così stanno operando affinché nessuno entri nella verità. La parola di Gesù il Cristo, è la verità, ma il clero non c'è la mai insegnata.
(E si guardano bene di non insegnarcela). Dio è paziente, fa piovere sui buoni e sui cattivi.
Perché? Perché quando la verità verrà fuori, per i falsi Cristiani e per i falsi profeti, ci sarà per loro, le più grandi punizioni, che Dio le manderà su di loro. (Dio è amore, ma al ritorno di Gesù, giustizia sarà fatta, il solco, che separa i buoni e i giusti, dai cattivi e malvagi, sarà fatto e sarà profondo, ora devi scegliere da quale parte stare, prima che sia troppo tardi) (il limbo non esiste, è stato inventato
da papi, che hanno avuto tredici figli, da donne diverse, senza contare l'omosessualità, che ancora oggi è presente nelle chiese Cattoliche e quanti pedofili, perché non si sposano? forse perché sono dei mostri, l'omosessualità esiste nei falsi Cristiani Cattolici, più di ogni altre parti.
Il battesimo è una scelta che gli uomini fanno; solo quando sono maggiorenni.
Il battesimo fatto ai bambini dopo pochi giorni che sono nati, non è valido!. (è un costume fatto dai Cattolici, per obbligare, da padre in figlio, restare prigionieri della loro falsa religione Cattolica)
Ora il battesimo si fa in spirito, senza bisogno di alcuno, basta la presenza di Gesù, e dei suoi angeli, una volta che si è scelto di essere Cristiani, bisogna rendere conto a Dio. (ci si battezza avendo vicino due o tre persone, naturalmente Cristiane, se si vuole). (dicendo di voler essere Cristiano) (poi, sei veramente libero)
O puoi battezzarti anche da solo, se hai una conoscenza delle Sacre Scritture, dentro le Sacre Scritture, troverai il contatto con Dio, sempre tramite Gesù. Le Sacre Scritture non vanno prese alla lettera e soprattutto, dei versetti del vecchio testamento, per applicarli come regole da osservare oggi, che siamo nel tempo dell'Apocalisse.
I peccati vanno confessati a Dio e non ai preti, o ai vescovi, ma solo a Dio, sempre tramite Gesù.
Con l'aiuto di Gesù, la tua coscienza sa quando è apposto con Dio.
Non è fatica essere Cristiani; e ci da tanta gioia, ci libera da maghi, da tutte le superstizioni e dai vizi, vivendo giorni Più sereni e felici. I peccati possono provocare delle malattie mortali.
(IO, Oreste Novarini, CERCO DELLE BRAVE PERSONE SINCERE E ONESTE CHE ABBIANO SETE DI VERITA' E IL BISOGNO DI DIRE QUELLO CHE PENSANO),
da solo mi ci vuole molto tempo per risolvere questo problema, qualcuno lo deve fare.
Ho bisogno che qualcuno mi aiuti su questa strada, per risolvere questo problema, una volta che abbiamo trovato un sistema che sia giusto, facile, e moderno, per aiutare quelle persone che in questo sistema di cose non riescono capire, perché, tutte le religioni pensano a se stesse, noi dobbiamo fare conoscere come prima cosa, I DIECI COMANDAMENTI e far capire che tutte le religioni stanno sbagliando, soprattutto quella Cattolica, che non è Cristiana, ecco perché tante
persone cercano nelle piccole Chiese, non Cattoliche, la parola di Dio. (anche Gesù era una setta,
un pazzo, per i sacerdoti di quel tempo, al ritorno di Gesù, i Cattolici, non se la cavano chiedendo
scusa, come stanno facendo ora, per i peccati che hanno fatto nel passato e quelli che stano facendo,
ora; e quelli che faranno in futuro. E' troppo comodo stare con la sinistra e con la destra e con tutte le religioni pagane per essere sempre loro a dirigere il destino di tutti. (Karma)
Pensate, che osservando I DIECI COMANDAMENTI non ci sarebbero più guerre, ne tra popoli, ne tra religioni, non più ladri, ne falsi Profeti. (Non è difficile mettere in pratica i - dieci comandamenti - se qualcuno, che ha l'autorità ce lo insegnasse). (Da sant'Agostino in poi, il primo papa che ha fatto sua madre santa, hanno aggiunto parole alla Sacra Bibbia; guai a chi aggiunge qualche cosa alle Sacre Scritture, o chi toglie). (questo è avvenuto nel 300 d.C., circa).
Non importa quello che eravamo prima, quello che è importante, è, una volta che si è scelto di essere persone nuove, con una FEDE SINCERA, verso Dio e verso suo figlio Gesù Cristo, noi possiamo andare avanti per la giusta strada, quella indicata da Gesù. (E'una strada stretta, ma a questi tempi non è tanto stretta, perché una volta che Gesù è tornato nei nostri cuori, non sarà più
tanto stretta).
(e si avvera l'apocalisse, cioè, si distrugge tutti i malvagi, tutte le false religioni). Tutte le religioni che vanno contro gli insegnamenti di Gesù, sono tutte false, ma ogni uno può fare tutto quello che vuole, si ricordi che deve rendere conto a Dio.
Noi sappiamo che la speranza e la FEDE, senza le OPERE è morta, perciò bisogna fare le opere, le opere è di far conoscere la verità. (Cioè, la parola di Dio), la parola di Dio la stanno soffocando,
uccidendola, questi falsi Cristiani, cioè i Cattolici.
Cos'è la verità?, si può dire, la verità è quello che uno crede, ne abbiamo avuto tanti di questi uomini e ne avremo ancora tanti, ma mai uno è stato giusto come Gesù; Gesù, è la verità!
Non bisogna imitare quello che Lui ha fatto, quello che Lui ha fatto, ha sofferto, lo ha fatto perché noi avessimo la possibilità di capire che la vita è bella, basta rinunciare al male, solo cosi si ha
una vita migliore, se non ci fossero i Cattolici o altre religioni fanatiche, tutto sarebbe più semplice
e più facile. (La verità è quello che uno sente) Non c'è mai stato un uomo migliore di Gesù.
Anche Silvio Berlusconi, oggi è la persona più indicata e sincera, costruttiva che mira al benessere di tutte le persone e Bush opera come fosse Gesù, ma non è Gesù.
IO RISPONDERO' GRATUITAMENTE; A TUTTE LE PERSONE CHE MI SCRIVANO.
Le persone che possono aiutarmi, scrivano a questo indirizzo: (se conoscono le Sacre Scritture, o se hanno dei buoni consigli da darmi e io Vi risponderò a tutte le domande che mi saranno richieste e naturalmente Voi potete dare dei consigli utili, sinceri e Cristiani)
Novarini Oreste
Via G. Paisiello N. 9
34148 TRIESTE (TS)
ITALIA
Una piccola beneficenza, per rispondere alle persone interessate a questo nuovo e moderno
insegnamento, senza andare contro Gesù, e per il bene di tutti, si prega di inviare una piccolissima
somma A:
Novarini Oreste - sul C/C Postale n. 20221495
(O mettere qualche francobollo nella lettera)

(Aggiungere, - per le persone che abitano fuori d'Italia)
Novarini Oreste - sul C/C Postale n. 20221495
ABI 07601 --- CAB 02200

Per tutto il -Friuli Venezia Giulia - chi vuole, le sarà fatto, un insegnamento, delle Sacre Scritture,
gratuitamente, a casa vostra. (e ben presto, in tutto il mondo)
Io, con l'aiuto di Gesù, voglio andare contro tutte le false religioni, smascherandole tutte, grazie a un approfondito studio delle "Sacre Scritture".
Tutte le religioni, aggiungono o modificano o tolgono o confondono la verità delle Sacre Scritture.
E' Giusto che i Veri Cristiani risorgono nei ultimi tempi, ma chi sono questi Veri Cristiani? sono forse i Mussulmani, gli Ebrei, o i Palestinesi, oppure i Testimoni di Geova, possono essere anche i
Mormoni, o i Protestanti , gli Avventisti, tutti questi non sono ben visti dai Cattolici, eppure da qualche parte ci deve essere i Veri Cristiani.
Certi comunisti che vanno nelle chiese Cattoliche, per abitudine o per costume, anche se sono atei, in cuor suo, sono più Cristiani, dei Cattolici, bastava insegnarli la Verità, e non sarebbero comunisti, atei, marxisti, bugiardi, stalinisti, statalisti e intellettuali burocrati, l'istruzione è importante se è accompagnata dall'intelligenza. (Quando i cardinali e vescovi Cattolici, tiravano i fili della Democrazia Cristiana e che il popolo non ha avuto più fiducia, è entrata la Sinistra, cosa hanno fatto questi falsi Cristiani Cattolici?, hanno messo Casini, alla Destra e degli altri, alla Sinistra, cosi, loro, questi falsi Cristiani Cattolici, sono e saranno sempre in politica a tirare i fili per i propri interessi, invece dovrebbero insegnare le Sacre Scritture e non entrare in politica.
Tutti si approfittano della povera gente, come la CGIL, si approfitta degli Operai, servendosi di loro come una forza da usare a suo piacimento, gli Operai devono dare ordini alla CGIL e non al contrario, o peggio ancora, la politica obbliga la CGIL di portare in piazza questi poveri Operai,
la CGIL dovrebbe fare gli interessi degli Operai, non mettersi in mezzo tra Operai e padroni o dirigenti, per fare i propri interessi, dovrebbero dare indietro tutti i soldi che hanno nelle banche svizzere frutto delle tessere versate dagli Operai. (Quanti posti di lavoro ha fatto la CGIL?) Chi non ha, non può dare niente, mentre chi ha, può dare, basta chiedere, senza dare troppo potere agli interpreti, che quando sono troppo forti, possono rovinare il sistema morale e politico della nostra bella Italia.
I NO GLOBAL, possono essere con il disegno di Dio? Possono essere nella verità per il bene dell'umanità, eppure i falsi Cristiani Cattolici, preti, gli difendono, loro si schierano con tutti, sono neutri ed è per questo che regnano per tanto tempo, anche se vanno contro Dio, ma fino a quando?.

11-settembre-2001

Saluti Distinti

Novarini Oreste

E-mail: novarinio@virgilio.it
http://novarini1.interfree.it
www.problemireligiosipolitici.4t.com